martedì 30 Aprile, 2024
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Napoli, l’amore eterno del suo leader silenzioso

Che cosa significa innamorarsi? Una spiegazione offerta dai bambini, quando due persone si amano e decidono di stare insieme. Definizione assolutamente veritiera, ma non abbastanza dettagliata. Proviamoci ancora: cosa significa veramente innamorarsi? Con esattezza, l’innamoramento, almeno nella specie umana, è una pulsione che provoca una varietà di sentimenti e di comportamenti dal forte coinvolgimento emotivo verso un altro individuo o verso qualcosa. In quest’ultimo, può essere compreso una squadra calcistica? Risposta affermativa, assolutamente si: una storia d’amore può sorgere non soltanto tra individui, ma anche tra un calciatore ed una compagine, uno degli amori più sentimentali e genuini che possa mai nascere. Un autentico innamoramento e una splendida storia d’amore è sbocciata tra José Maria Callejon Bueno e il Napoli dal 2013 fino al 2020, anno della sua scadenza di contratto, o forse, però, fino agli anni a venire, o magari per sempre, un’interminabile e duratura semiretta, la quale, come l’orizzonte, possiede dimensioni smisurate.

Sono 255 le presenze in Seria A con la maglia azzurra, mica poche, anzi tutt’altro, sette anni a combattere per i partenopei, sette lunghissimi anni, costituiti da una costante tenacia, un notevole impegno ed uno spirito di sacrificio che ha invaso ogni angolo di José. Nel match contro la Lazio, ha calpestato per l’ultima volta l’erba verde del San Paolo, dato che la sua partenza a fine stagione sembra ormai fuori discussione. Dopo l’ultima di campionato, il Napoli non giocherà più in casa fino alla prossima stagione, ed è per questo che, per omaggiare un calciatore così fedele e professionale, Lorenzo Insigne ha deciso di lasciar indossare la fascia di capitano all’ala spagnola, amico e compagno di squadra. Emozioni uniche ed intense, vissute fino all’ultimo istante, fino all’uscita dal campo, avvenuta al 79′.

Ci sono una serie di espressioni, fotografie e ricordi che resteranno saldamente indelebili nella memoria di ogni tifoso del Napoli; esiste un legame indissolubile che incatena ed incatenerà Callejon ai partenopei. Esistono anche numerose foto che ogni tifoso ricorderà: sono gli scatti in cui pare che il numero sette azzurro sia in differenti zone del campo contemporaneamente, quasi fossero dei fotomontaggi, ritoccati con il “filtro Callejon“.

Un calciatore mai stanco, raramente sostituito, l’indispensabile che si unisce alla serietà e l’impegno. Eccolo in tante occasioni pericolose create dal Napoli; eccolo in tante azioni da gol del Napoli; eccolo pronto a ripiegare e a diventare un membro aggiunto della retroguardia della propria squadra; eccolo esultare per una rete del Napoli; eccolo pronto a disperarsi per un gol della squadra avversaria; eccolo lì, pronto a partite con la valigia in mano, ma con il cuore ancora collocato nel golfo della città.

Voi in mezzo al campo non l’avete notato? La maglia azzurra la indossa e come, ma è necessario per egli stesso, utilizzare anche il frac, i guanti bianchi e, come il maggiordomo di Hitchcock, ti sorride prima di ammazzarti. Ispanico con il ciuffo scolpito nel marmo, ha il viso puro di un tanguero e l’eleganza di un hidalgo ispanico, che ti fa danzare soavemente prima di stritolarti nel suo bacio ipnotico. Josè è per eccellenza l’hombre del partido, passato dal marchio Reale di Madrid allo stemma Borbonico.

Molto abile negli inserimenti, è stato definito come un “equilibratore“, essenziale per unire centrocampo e attacco. Le sue doti principali sono la velocità in campo aperto, la conclusione potente e chirurgica, la capacità di andare in gol e permettere ai compagni di bucare la rete, offrendo succulenti cioccolatini da scartare, sotto forma di assist. È un destro naturale che può giocare sia da ala, su entrambe le corsie, sia da trequartista o seconda punta. Da Josè Mourinho è stato impiegato addirittura come terzino in una difesa a quattro o come interno di centrocampo; il tecnico portoghese ne ha elogiato la personalità e la capacità di rendersi utile. È un vero e proprio tuttofare!

Come un doppio filo universale, legato ad un destino epocale. Nel gergo spagnolo “Callejon” significa letteralmente “vicoletto“. E Napoli conosce talmente bene i vicoli, al punto d’avergli conferito la linfa dei miracoli e il prestigio degli illusionisti. Quelli che scompaiono per poi apparire nel punto di cui si è già parlato. Mille volte, senza che nessuno li riesca mai ad afferrare. “Stu vico azzurro nun fernesce maje“. Nemmeno ora però terminerà. Perché è risaputo e perché tu lo desideri, ma prima o poi riapparirai, all’improvviso come uscito dal nulla, in un angolo della memoria.

E ci guarderai ancora con quell’espressione inviolabile e serena. Come un giorno qualunque nel tuo paese natio, mentre si vive, si mangia e si prega, ti torneranno alla mente gli anni e le esperienze vissute qui a Napoli, perché i ricordi non si distruggono, sbiadiscono e si affievoliscono ma non svaniscono. Il popolo azzurro ci si augura di rimanere un bellissimo ricordo e di sostare a lungo nel profondo della tua mente come reminescenza.