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Venere: dea della bellezza ideale e della sensualtà

L’8 aprile 1820 è stata ritrovata, durante la fase di restaurazione del potere monarchico dopo la caduta del regime napoleonico, una delle sculture più conosciute della civiltà greca: la Venere di Milo, la dea che incarna l’ideale classico dell’eleganza e della sensualità femminile.

Luigi XVIII, con la conduzione di questo restauro intendeva conferire un’aurea di grandezza al proprio regno, anche mediante l’acquisto di importanti opere d’arte del passato, dunque la nave Chevrette parte in missione per una ricognizione idrografica del Mar Egeo e giunge nel 1820 sull’isola di Milo. L’ufficiale Olivier Voutier conobbe un contadino, Yorgos Kentrotas, che stava compiendo dei lavori attorno alla propria abitazione e gli chiese di avvertirlo qualora egli avesse trovato qualcosa di interessante, così l’8 aprile 1820 il bracciante chiamò Voutier, il quale faticò a credere a quanto gli apparve dinanzi: la scultura di un meraviglioso busto di donna. Il fantastico reperto finì nelle mani di Luigi XVIII, che lo donò al Museo del Louvre dove si trova tuttora. L’Afrodite, scolpita in marmo pario, del II secolo a.C. è attribuita a Alexandros di Antiochia, è oggi conosciuta in tutto il mondo come la Venere di Milo. È l’immagine, per antonomasia, dell’ideale classico dell’immagine e della bellezza femminile.

Aneddoti e curiosità

Ci sono aneddoti da sapere assolutamente sulla Venere di Milo, infatti nel 1998 la testa della Venere di Milo è stata l’ispirazione per uno dei fondatori della Associazione, l’Architetto Luigi de Marchi, nella ideazione del primo logo dell’Assocazione bb.cc. Onlus (ABCOnlus), associazione nata ufficialmente nel 2002 la quale ha adottato già da subito il logo con l’immagine della Venere di Milo. Solo nel 2004, il logo è stato rivisto e ridisegnato dall’Architetto Miguel Cabanzo.

La scultura è la rappresentazione di una donna bellissima, la dea Venere. Per alcuni si tratta della dea rappresentata nel momento in cui sta donando la mela d’oro a Paride, che ha deciso che sia lei la dea più bella. In quel momento il busto compie un movimento che si ripercuote anche nelle pieghe della stoffa, che scende lungo i fianchi e che copre le gambe.
Il peso del corpo poggia sulla gamba destra, mentre la testa è leggermente girata da un lato. La capigliatura e la veste creano un gioco di luci che rende questa statua una delle più belle del mondo antico.