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Valeria, giovane ingegnere napoletana, morta a Livorno per un malore

Una dramma ha sconvolto questa mattina la comunità di Santa Maria La Carità, piccolo comune in provincia di Napoli. Valeria Di Martino Abagnale di 28 anni è venuta a mancare nella notte di martedì e mercoledì probabilmente a causa di un malore nel sonno.

É accaduto a Livorno in via Montanari, in una zona residenziale nella parte est della città. La giovane si era trasferita in Toscana per motivi di lavoro e proprio a Livorno aveva trovato impiego alla raffineria Eni come ingegnere dopo aver concluso gli studi nel 2019.

Sono stati proprio i colleghi ad allertare i soccorsi non vedendo arrivare Valeria a lavoro mercoledì mattina. In Via Montanari sono giunti i Vigili del Fuoco accompagnati da un’autombulanza. Entrati nell’appartamento, hanno trovato la donna senza vita probabilmente colpita da un malore improvviso.

Sul posto sono poi arrivati i Carabinieri che non hanno rilevato alcun segno di effrazione.

Cordoglio per Valeria

La drammatica notizia è arrivata in poco tempo in Campania così la comunità di Santa Maria La Carità si è unita al dolore della famiglia. Numerosi sono stati infatti i messaggi di cordoglio, prima dal sindaco Giosuè D’Amora che in un lungo post ha espresso tutto il  dolore per la perdita:

La morte è sempre un mistero. Ma quando essa colpisce una giovane ragazza d’oro, laureata e lavoratrice si perde ogni equilibrio. Per ora non ci resta che il silenzio, nonché di stringerci al dolore delle famiglie Di Martino/Abagnale che da sempre onorano Santa Maria la Carità“.

Poi la facoltà dove Valeria si è laureata:

Noi docenti – si legge in un messagio propprio della facoltà – ti abbiamo conosciuto giovane studentessa piena di speranze, accompagnato nel tuo percorso di crescita, vedendoti raggiungere traguardi importanti. Hai lasciato in ogni collega, in ogni docente, il segno della tua viva intelligenza, del tuo sorriso coinvolgente, della tua voglia di vita“.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.