Nella vita ci sono molti modi di svolgere un ruolo e sicuramente il ruolo che non fa parte della nostra storia è la viltà.
Non abbiamo mai tradito e non abbiamo mai venduto i colleghi all’Amministrazione, non abbiamo mai video registrato gli incontri con i vertici e non abbiano mai sacrificato la fiducia dei nostri iscritti per vantaggi personali ed economici cambiando la storia del sindacato.
Infatti il sindacato nasce per contrastare il datore di lavoro non per mangiarci insieme.
Ci riferiscono che hanno ponderato, analizzato, studiato ed osservato, ma non si sa bene cosa, visto che la categoria è confusa senza riferimenti certi, accusandoci di atti di sciacallaggio, di essere teleguidati e di mettere i colleghi gli uni contro gli altri.
Vi chiediamo se è sciacallaggio aver chiesto al Dirigente del R.P.C.C. di attivarsi per difendere la salute dei colleghi che rientravano da Lodi o qualsiasi altra zona focolaio? Era sciacallaggio chiedere un’articolazione organizzativa diversa da un punto di vista dell’adozione degli orari di lavoro? Era sciacallaggio chiedere la mascherina FFP3 e farla usare ad ogni turno di controllo del territorio? Era sciacallaggio chiedere la misura preventiva per i colleghi ed amici in ritorno dalle zone rosse? E’ teleguidato chi ha chiesto che i funzionari e dirigenti facciano le stesse ore di straordinario di chi rischia ogni giorno la vita con turni di lavoro massacranti, atteso anche il monte ore di lavoro straordinario è fermo a qualche anno fa, pur essendo aumentato il personale in forza al R.P.C.C., al di là dei comunicati fatti in prossimità del periodo di disdetta e iscrizioni? E’ cinico chi è libero di difendere i colleghi senza patti con l’Amministrazione oppure invece è spregiudicato chi non è libero perché ha deciso di tutelare solo i dirigenti e non la “truppa” circondandosi tra l’altro da persone che pensano di essere in un bazar, vendendo di tutto, sindacalmente parlando si intende e non lavorando mai perché utilizza alternando gli istituti previsti compresa la malattia e i permessi sindacali?
No non lo era, ve lo garantiamo.
Non era sciacallaggio, bensì era preoccupazione per le madri e i padri di famiglia, per i lavoratori della Polizia di Stato, mogli, mariti e figli che quotidianamente rischiano la loro incolumità se non la vita stessa.
Infatti al RPCC, sembrerebbe ci sia un collega positivo al Covid-19.
Non pretendiamo che tutti debbano avere l’anima e la passione da sindacalisti, ma almeno chi svolge un ruolo, sia almeno onesto intellettualmente.
Tuttavia le responsabilità del Dirigente del RPCC, apparirebbero evidenti, almeno a noi.
Il suo silenzio oppure le risate sui nostri comunicati per sfortuna del collega hanno trovato il
tempo per qualificare la poco attenta visione. Eppure il dirigente dovrebbe essere una sindacalista, considerata la sua alta carica in una grande organizzazione sindacale e dovrebbe conoscere le azioni a tutela della categoria.
Già dimenticavamo, alcune volte si può essere Amministrazione e altre volte si può essere sindacato; uno, nessuno è centomila, dipende dal momento.
Ai colleghi e alle colleghe del R.P.C.C. diciamo adesso, che davanti hanno la possibilità di rompere il muro del silenzio di chi preferisce un aperitivo al tramonto con un martini dry o un limoncello morning, vi consigliamo di allontanarvi da coloro che nel silenzio di chi guida gli scritti del sindacato, utilizza il proprio ruolo.
Intendiamo chi si nasconde dietro ad un accordo con altre sigle per dividersi gli iscritti. Già sentiamo l’urlo delcoyote principe del foro, di chi indossando la cravatta pensa di elimin are le sue origini o peggio di prendere le distanze dal suo capo, nascondendosi dietro un comunicato scritto da tutti, ma tipico dell’inchiostro di chi ha sempre palesato vigliaccheria.
Comunque siamo attenti alle evoluzioni sindacali.
Cancellatevi da chi non può difendervi, da chi per conflitto di interessi non può schierarsi dalla vostra parte e diffidate da chi urla nella chat.
Chiedete di visualizzare lo straordinario, le trasferte, le missioni.
Chiedete la trasparenza come lo chiediamo noi, vediamo chi si oppone.