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Torna a Surriento: 121 anni fa la prima volta che viene cantata

Sono molte le canzoni napoletane che hanno fatto il giro del mondo, forse una delle più rinomate è proprio Torna a Surriento. Nel corso di questi anni è stata interpretata da innumerevoli cantanti tra cui Beniamino Gigli, Bono, Elvis Presley, Frank Sinatra, José Carreras, Luciano Pavarotti, Robert Plant, Andrea Bocelli e Roberto Murolo.

Secondo Roberto De Simone, famoso musicologo, “essa si articola con un motivo di modo minore, che si ripete come una nenia ma senza produrre senso di stanchezza”; altra riflessione viene fatta sulle sensazioni che la melodia suscita: “produce il senso di uno struggente tramonto alle soglie del buio”. Secondo il musicologo, Torna a Surriento comunica a chi l’ascolta tutte le emozioni legate al distacco, che si concretizzi nell’amarezza di chi lascia la propria terra, nell’addio a un amore o nel commiato della giovinezza. Si potrebbe dire che questa canzone evoca l’inarrestabile fluire del tempo, una tematica universale ed è forse proprio per questo motivo che si è diffusa in tutto il mondo.

Le versioni internazionali sono svariate, da quelle tedesche, Erinnerung an Sorrento e Der Garten der Traume, a quelle americane, Me, Trumpet Sorrento e Come back to Sorrento, senza contare quella cantata da Elvis Presley, Surrender. Molto famose sono anche la versione francese, Revenues a Sorrente e quella spagnola, Amarrado a la cadena, la cui storia rimanda a Barcellona e alla lotta per l’indipendenza della Catalogna.

Sulle origini di Torna a Surriento, c’è molta indecisione. È noto che Giambattista De Curtis fu ospite del sindaco di Sorrento, Guglielmo Tramontano, nel suo albergo per eseguire dei lavori di ornamento pittorico nei saloni e in alcune camere; inoltre a lui unì il fratello Ernesto. Il 15 settembre 1902 arrivò in visita a Sorrento, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Zanardelli: in quell’occasione fu cantata per la prima volta Torna a Surriento, interpretata da Maria Cappiello, scritta da Giambattista de Curtis e musicata dal fratello Ernesto. Secondo una leggenda la canzone sarebbe stata composta per convincere Zanardelli a risolvere alcuni problemi che affliggevano la città, tra cui la necessità di un ufficio postale. Si tratta tuttavia di una storiella che non ha mai convinto del tutto gli studiosi. La spiegazione riportata dal sito del comune di Sorrento è che, escludendo l’improvvisazione del brano e la finalizzazione dell’ufficio postale, Tramontano chiese a De Curtis di preparare una canzone in onore del Presidente che aveva preannunciato una sua visita a Sorrento. Ciò è avvenuto con l’adattamento di una versione di Torna a Surriento risalente al 1894.