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Sciopero della fame per prigionieri palestinesi

Oltre 40 prigionieri dell’FPLP ( fronte popolare per la liberazione della Palestina) hanno accolto e aderito allo sciopero della fame all’interne delle carceri israeliane contro gli arresti arbitrari da parte dello stesso stato israeliano.
Un’azione forte e determinata in solidarietà con tutti gli altri detenuti chiedendo a gran voce al servizio penitenziario di cessare l’estensione della detenzione che dura ormai da un mese.

Il perché della protesta si collega direttamente ai 51 mandati d’arresto attuati recentemente a carico di civili palestinesi, imprigionati già dal mese di luglio. Compaiono tra i detenuti anche 10 donne, oltre 62 minorenni e il deputato del CLP palestinese, Azzam No’man Salhab già arrestato precedentemente.
Dati statistici inoltre presentano un quadro davvero complesso, rispetto alle condizioni dei detenuti nelle carceri israeliane, dal 1967 ad oggi si stima infatti che siano deceduti in carceri oltre i 220 prigionieri, come nel caso di Majed Taqatqa morto per tortura e conseguente negligenza medica.

Da più di un mese sono in corso le trattative tra il Fronte Popolare, l’amminstrazione carceraria e la direzione delle carceri, ma la situazione è divenuta sempre più precaria quando Israele ha sancito un prolungamento di condanna al detenuto Abu Akar estendendola prima a sei mesi e poi ridurre la pena a tre mesi per buona condotta, chiudendo infine il caso.

Lo sciopero della fame ad oggi si fa sempre più intensivo, il Fronte Popolare ha tenuto a diffondere quanto più possibile la notizia delle condizioni di detenzione in cui versano i prigionieri, chiedendo fortemente il supporto delle istituzioni internazionali affinché venga alla luce la pratica di detenzione amministrativa israeliana ritenuta su molti fronti, criminali e contro i diritti degli esseri umani.