domenica 28 Aprile, 2024
14 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

spot_img

Rai3, la nascita della terza rete nel dicembre 1979

Rai3 è stata ed è la tv in cui l’informazione e la cultura sono messi in primo piano: pensiamo a programmi come Samarcanda e Il rosso e il nero di Michele Santoro, Profondo nord con Gad Lerner, Report di Milena Gabbanelli, e tanti altri ancora.

E sono anche da mettere in bacheca trasmissioni storiche come Complimenti per la trasmissione di Piero Chiambretti, Mi manda Lubrano (dal 1996 diventa Mi manda Raitre) con Antonio Lubrano, Elisir, Alle falde del Kilimangiaro e Ulisse – Il piacere della scoperta con Alberto Angela.

Nata in seguito alla riforma della RAI, dopo oltre un anno di sperimentazioni, Rai3 iniziò le trasmissioni regolari alle 18,30 del 15 dicembre 1979, mezz’ora prima dell’esordio del TG3 e la trasmissione di inaugurazione fu presentata dalla giovanissima Fabiana Udenio.

La programmazione di Rai3 si aggirava tra le cinque e le sei ore quotidiane, dedicate perlopiù a programmi a cura del Dipartimento Scuola Educazione.

Il 3 ottobre 1983, in seguito alla nascita di Rete 4, per evitare confusione la Rete 3, come accadde per le altre due reti Rai, fu ribattezzata Rai3.

Mi chiamo Fabiana e sono qui per presentare le trasmissioni della terza rete” sono le parole di saluto rivolte ai telespettatori di quel sabato pomeriggio, seguito dal Tg3 delle 19 diretto da Biagio Agnes, iniziato con un collegamento di Sandro Vannucci in diretta da Firenze, dove, lungo la strada, intervista i cittadini chiedendo loro cosa sia la Regione e quali le competenze del Consiglio Regionale, a due anni dall’istituzione del nuovo organo istituzionale.

A condurre in studio Giorgio Chiecchi: “con queste immagini è nato il Tg3″ commenta il giornalista, che rivolge un appello ai telespettatori perché con i loro suggerimenti possano contribuire al miglioramento del nuovo telegiornale di casa Rai.

Loretta Goggi è la madrina della nuova rete, seppur visibile solo nelle fotografie pubblicate sulla copertina del numero nel dicembre di quell’anno del Radiocorriere TV.

All’inizio il servizio raggiunge tutti i capoluoghi di regione e solo il 45% della popolazione italiana, con una programmazione tra le cinque e le sei ore quotidiane, dedicate principalmente a programmi curati dal dipartimento Scuola-Educazione.

Il Telegiornale, in questa fase, conta una sola edizione serale di 30 minuti, di cui dieci a diffusione nazionale dedicato all’informazione dall’Italia e dall’estero a cura della redazione centrale ubicata in Roma, e venti prodotti autonomamente da ciascuna delle redazioni regionali e trasmesse solo sul territorio di competenza.

Dopo i primi passi incerti, il terzo canale cresce grazie a programmi capaci di cambiare il modo di fare televisione, basti pensare alla Tv delle ragazze, Un giorno in pretura, Samarcanda, Quelli che il calcio, Mi manda Raitre (nato come Mi manda Lubrano), Chi l’ha visto, Blob, unitamente a personaggi diventati, nel corso degli anni, stelle del piccolo schermo, come Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Corrado e Sabina Guzzanti, Michele Santoro, Serena Dandini.

Quel primo tg, aveva la sigla breve breve, sul fondo grigio chiaro con la scritta Rai Regione, le due lettere TG e poi le tre linee in blu sfumato.

Tutto cambiò dal 5 marzo del 1987 quando il Cda della Rai realizza quella che Aldo Grasso definisce “la lottizzazione perfetta” e nomina Rossini (Dc) direttore di Raiuno, Luigi Locatelli (Psi) direttore di Raidue e Angelo Guglielmi (Pci), direttore di Raitre.

Del Tg3 diventa direttore Curzi e la rete viene subito ribattezzata Telekabul.

La guerra della Rai con le emittenti private di Silvio Berlusconi è asprissima, alla Finivest passano Raffaella Carrà e Pippo Baudo.

La prima preoccupazione di Guglielmi è quella di raggiungere almeno quel 70% della popolazione che dovrebbe coprire il segnale di Raitre ma che è “solo sulla carta anche a causa delle molte interferenze delle tv locali”.

Parte così il suo autunno “spettacolare”, con Corrado Augias, Giuliano Ferrara, Alessandro Benvenuti, Gianni Minà, Aldo Biscardi, Folco Quilici.

 

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.