venerdì 26 Aprile, 2024
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Insigne e la corsa al futuro.

Corri ragazzo, corri incontro al tuo futuro, magari anche lontano da Napoli, da questa città che non riesce a capirti e che tu forse fai fatica ad amare con tutto te stesso. La maglia azzurra per il campioncino di Frattamaggiore è stata spesso troppo grande e a volte troppo piccola, non è quasi mai stata perfetta per le sue spalle e per i suoi piedi meravigliosi che pure tante prodezze hanno regalato ai posteri delle storie di calcio partenopeo. Meraviglia, stupore, incredulità, simpatia, rispetto gli ha tributato il popolo, ma ci si domanda se ci sia mai stato amore con Lorenzo a cui non si è perdonato mai nulla, al quale spesso sono saltati i nervi con gesti a volte plateali, nei confronti dei tifosi che a torto o a ragione lo fischiavano e  gli vestivano i panni del capro espiatorio nei momenti difficili; evidentemente il numero 24 non ha il crisma del martire, al contrario di un’altro illustre ex-giocatore del Napoli che non ha mai reagito in modo impudente alle critiche, anche ingiuste (Paolo Cannavaro). Ovviamente è una questione di indole ma se nessuno è profeta in patria nel calcio è soprattutto perchè la maggior parte dei calciatori, dal momento in cui si sciacquano la bocca con l’acqua santa del professionismo, decidono e a ragione, di non averne una. Sia ben chiaro, non ci sono santi nel mondo del pallone; presidenti e calciatori si cambiano e scambiano i panni della vittima e del carnefice continuamente e i diavoli-procuratori sono il male necessario creati dal sistema poco cavalleresco “ante-svincolo” nel quale i presidenti avevano il coltello dalla parte del manico. Queste figure fiancheggiano i calciatori di solito poco inclini a s-cavillare con diritti e doveri. Insigne ha mosso sulla scacchiera, avendone un sacrosanto diritto, una pedina chiamata Mino Raiola che però non è passata inosservata al mondo che ruota attorno alla società di De Laurentiis e che di sicuro non ha contribuito a rendere più sereno il rapporto, non sempre idilliaco, del ragazzo con i suoi supporters. Con la preziosa procura nelle mani del mago di Nocera, quella che sembrava fanta-mercato fino ad un anno fa è diventata, come spesso accade nel calcio, una soluzione che potrebbe andar bene per tutti anche alla luce delle ultime dichiarazioni di Ancelotti che giura di non voler trattenere  nessuno di coloro che vogliono andar via. Noi auguriamo a Lorenzinho di correre forte verso il suo futuro sperando che sia con la squadra della sua città ma se nel suo cuore o, forse meglio, nel suo interesse non c’è posto per Napoli, allora che la scelta serva a farlo diventare finalmente un grandissimo campione e non solo un uomo molto ricco.