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Pazienti onco-ematologici, rivoluzione nel Lazio

L’analisi e le procedure di diagnosi inerenti le malattie onco-ematologiche è stata di molto semplificata tramite la nascita della rete LabNet,  costituita da differenti laboratori specializzati, operanti nel Ssn, per offrire servizi di migliore qualità.

LabNet territorio della Regione Lazio permette una rapida circolazione di campioni di sangue tra i diversi laboratori dei Centri di ematologia regionali, assicurando ai circa 20 mila pazienti onco-ematologici una diagnosi tempestiva e accurata. Salute Donna onlus, con altre 23 associazioni dei pazienti aderenti al progetto ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere‘, si battono per le istanze di Fondazione GIMEMA e AIL grazie all’incontro ‘Far viaggiare il sangue, non il paziente: abbattere gli ostacoli per semplificare l’accesso alla diagnostica d’eccellenza’, per vedere il riconoscimento istituzionale della Rete LabNet in tutto il territorio statale.

“Il valore del dialogo fra istituzioni, pazienti ed esperti del settore è irrinunciabile, soprattutto nel campo dell’onco-ematologia, è nostro compito portare alla luce il vissuto dei pazienti e di chi di loro si prende cura al fine di favorire una presa in carico sempre più efficace ed in linea con i tempi. In questa prospettiva i fatti messi in evidenza dal progetto ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere’, con la collaborazione scientifica di AIL e Fondazione GIMEMA, sulla circolazione dei campioni all’interno della Rete dei laboratori ematologici esistente nella Regione Lazio, ai fini di una diagnosi migliore e più tempestiva, possono essere uno spunto per mettere in campo nuove azioni per avvicinare i servizi ai cittadini e renderli il cuore pulsante e concreto della sanità a qualsiasi livello. Il nostro impegno da sempre è quello di portare nella sanità, nell’assistenza, nell’accesso alle prestazioni quei principi di equità, tutela della salute e diffusione capillare delle cure che oggi sono ancora, purtroppo, mancanti. Su questo abbiamo sempre lavorato e su questo continueremo a lavorare per dare al Lazio una sanità all’altezza dei suoi cittadini” afferma il presidente della VII Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Lazio, Giuseppe Simeone.

Il progetto nasce con finalità assistenziale, prevede la creazione di un unico apparato diagnostico tra tutti i centri aderenti.

“L’azione che ci vede impegnati nel Lazio a sostegno delle associazioni pazienti che si occupano di onco-ematologia ha lo scopo di sensibilizzare le Autorità sanitarie regionali nei riguardi di una problematica puramente organizzativa che, se presa in considerazione, potrebbe migliorare di gran lunga la qualità di vita dei pazienti con tumori del sangue, sia dal punto di vista fisico sia sociale che economico. Le reti, ricordiamolo, sono uno strumento importante anche per evitare i costi ai pazienti e alle Aziende sanitarie pubbliche” come affermato dalla presidentessa di Salute Donna onlus, Annamaria Mancuso.

Gioca un ruolo fondamentale, nell’immobilità del paziente, la burocrazia.

“Spesso è necessaria l’autorizzazione aziendale o regionale per consentire la spedizione dei campioni tra laboratori di ospedali del Ssn anche all’interno della stessa Regione, o tra Regioni diverse, per questo sarebbe importante poter formalizzare e ufficializzare un processo che già accade, senza nessun costo aggiuntivo, infatti la spedizione e la gestione del campione biologico sono a carico di GIMEMA, nel pieno rispetto di tutte le norme sulla circolazione dei campioni biologici e della privacy. La nostra richiesta agli interlocutori politici regionali del Lazio è di intervenire in modo virtuoso autorizzando e semplificando la circolazione dei campioni nell’ambito dei laboratori inter ed extra-Regione, risparmiando ai pazienti la fatica e i costi per spostarsi da un Centro all’altro solo per fare prelievi nel laboratorio più idoneo a seconda della necessità” come spiegato dal presidente Fondazione GIMEMA e vice presidente AIL, Marco Vignetti

“Far spostare il malato da un Centro all’altro sta diventando una brutta consuetudine, gli spostamenti comportano disagi e fatica per i pazienti e le loro famiglie oltre ad aumento dei costi diretti e indiretti. Oltre al rischio che, per evitare spostamenti, vengano rimandate o non eseguite le analisi necessarie con il conseguente pericolo di una mancata accuratezza della diagnosi e una non appropriata scelta terapeutica” sottolinea Felice Bombaci, il coordinatore di Gruppi AIL Pazienti malattie ematologiche.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II