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Parrocchia Santa Croce: un tesoro nascosto a Somma Vesuviana

La parrocchia di Santa Croce è situata in via Santa Maria del pozzo, in Somma vesuviana. Luogo di culto dei fedeli e, dal 1920, anche un sito archeologico molto importante, ma poco conosciuto. 

La parrocchia, che noi tutti possiamo ammirare oggi, ha un lungo percorso di ristrutturazione. Conserva ben duemila anni di storia. La parrocchia sorge sui resti di un’altra chiesa, risalente al 1300 circa, e questa sorge sui resti di una chiesa romana. Probabilmente la struttura faceva parte del sito archeologico poco distante, la Villa Augustea, scoperta negli anni 30 dopo il ritrovamento casuale di particolari strutture murarie.

Tutto ebbe inizio nel 1333, quando re Roberto D’angiò diede in sposa sua nipote Giovanna ( unica erede al trono di Napoli) ad Andrea D’Ungheria, figlio del re Carlo Alberto. Per omaggiare il fortunato incontro, avvenuto proprio a Somma vesuviana presso il palazzo reale della Starza,  il re fece costruire una chiesetta poco distante da lì  in stile romano-gotico.  Nel 1488 la chiesetta verrà sommersa da fiumi di detriti e fango a causa di un’alluvione molto violenta.

Con la fine della dominazione angioina, Somma fu occupata dagli aragonesi con la figura di Alfonso I, detto il Magnanimo.  Alfonso fece ristrutturare la chiesetta di Santa Maria del pozzo donandole un nuovo aspetto dal gusto tipicamente arabo-catalano. Con la morte del Magnanimo, Somma passò nelle mani del suo erede Ferrante I (conosciuto come Ferdinando d’Aragona) 

Da anni vedovo, Ferrante sposò sua cugina Giovanna I d’Aragona,  III di Napoli,  figlia del re Giovanni d’Aragona. Si deve a Giovanna la fondazione del convento della parrocchia di Santa Croce, agli inizi del XVI secolo.

” Città fecondissima della migliore Campania” – così parlava Padre Francesco Gonzaga,  nella cronaca francescana del 1587.  Nel convento venivano coltivate una moltitudine di prodotti orto-frutticoli, motivo di orgoglio per i contadini sommesi, che venivano esportate in più territori.

In omaggio a questo fiorente commercio e alle tecniche tradizionali storiche, il 21 ottobre del 1995 venne istituito il Museo Contadino Michele Russo, in onore del suo fondatore. Oggi è possibile visitare questo museo, e venire a conoscenza dei 3200 pezzi ben conservati che venivano usati dai contadini dell’epoca. Il museo non offre solo una visita guidata, ma percorsi pedagogici e laboratori di artigianato, per suscitare quelle emozioni andate perse della tradizione sommese. Inoltre è possibile ammirare le stalle di legno, con tutti gli animali tipici da lavoro, strutturate per ricordare l’originario complesso monumentale.

 La chiesa sotterranea 

Come detto precedentemente, la chiesa che noi oggi possiamo ammirare, sorge su una costruzione del 1300. La violenta alluvione del 1448 ha sommerso la chiesa dell’epoca, successivi acquazzoni e terremoti hanno contribuito a renderla ancora più nascosta nel tempo. Diversi misteri aleggiano intorno a questa chiesa storica.

La chiesa sotterranea è adornata da affreschi bizantini che risalirebbero al XI secolo, ed appartenente ad un edificio edificato ben prima dalla dinastia angioina. Una leggenda afferma che l’edificio originario fosse in realtà un tempio pagano dedicato a “ Giove Summano“, e che nei primi secoli dell’epoca cristiana venne adibita al culto della nuova religione.  La chiesa è sorretta da due colonne monolitiche con capitelli corinzi, facenti parti del portico principale, e la somiglianza sembra provenire dalla vicina villa romana, che si pensi essere appartenuta proprio all’imperatore Augusto, o quantomeno risalenti alla stessa epoca.

C’è un’altra leggenda che dimora tra le mura di questo complesso monumentale. Forse molto più audace e curioso.

Si dice che la regina Giovanna II attraversasse i cunicoli nascosti della struttura a bordo di una carrozza d’oro, per i suoi incontri amorosi. La regina, dopo aver consumato i suoi incontri, faceva uccidere i suoi amanti. Secondo la leggenda popolare, questa preziosissima carrozza, fatta interamente d’oro, è ancora nascosta nei cunicoli sotterranei.  Questo ha dato origine a una vera e propria caccia al tesoro da parte dei più curiosi. La ricerca non saraà facile però! Si racconta che appena qualcuno si avvicini alla carrozza con una luce elettrica, o qualsiasi altro strumento che emetta illuminazione, questa smette di funzionare, in questo modo il curioso di turno è destinato a non trovare mai la carrozza della regina.