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Napoli, la storia di Patrizia termina con un lieto fine

La figura del medico, un vero e proprio salvatore; a volte incarna il ruolo di vero protagonista. I medici sono stati gli eroi del periodo dell’intero lockdown, causato dal Coronavirus, ma già precedentemente avevano una certa importanza e continueranno ad averla. Stavolta a prendersi la scena è l’equipe del Carderelli di Napoli, che salva la madre e il suo figlioletto in grembo.

È la storia avvenuta nell’Ospedale a Napoli, e vissuta da Patrizia, che ora sorride a suo figlio Federico. Una vicenda strappalacrime, rappresentante della bravura e del coraggio dei medici, per la loro ennesima prova di forza. La donna di 34 anni ha scoperto di avere un tumore al seno durante la gravidanza: più precisamente, all’inizio del quinto mese di gestazione, circa un anno fa, le fu diagnosticato il cancro al seno. La giovane donna, secondo le sue parole, diceva di sentire al tatto un nodulo e, dopo un’ecografia iniziale seguita da una biopsia, era giunta la brutta notizia. Un colpo al cuore, un boccone amaro, troppo grande da digerire. Da quel momento, comincia per Patrizia un nuovo percorso, che ella stessa definisce “particolare“. Si trovava davanti ad un bivio, doveva valutare l’ipotesi di una scelta da compiere, soltanto perché, portando avanti la sua gravidanza, avrebbe ritardato le sue cure.

È risaputo: l’amore per i figli è infinito ed è stato facile per Patrizia decidere. Federico sarebbe nato e soltanto dopo la donna avrebbe pensato alla sua persona. Appena saputo della diagnosi, si è diretta subito dal suo fidanzato, ricordandogli di sentirsi libero di andare via. Dolce e significativa la risposta del compagno, che le ha chiesto di sposarlo, prima della nascita del loro figlioletto.

Dal momento della notizia, la donna è stata seguita dalla Breast Unit dell’Ospedale Cardarelli di Napoli, dal team del direttore di Oncologia Ferdinando Riccardi, e da Claudio Santangelo, direttore di Ostetricia e Ginecologia. Prima dell’intervento, è necessario rispettare un rigido programma, spiega Riccardi, che prevede una terapia medica, poiché il tipo di tumore diagnosticato è molto sensibile alla chemioterapia. È stato effettuato un trattamento definito “neoadiuvante“, che ha lo scopo di ridurre le dimensioni del tumore e rendere possibile un’operazione meno invasiva.

Era necessario seguire un percorso e una terapia medica che tenessero conto della gravidanza e che consentissero a Patrizia di raggiungere un’età gestazionale, adeguata per il parto. Ogni 365 giorni, alla Breast Unit del Cardarelli, vengono affrontati, purtroppo, 300 nuovi casi di donne colpite dal tumore al seno. L’associazione è seconda per numero di casi in Regione Campania; l’età delle pazienti oscilla tra i 25 anni e gli 85. Per alcune, come per Patrizia, si può intervenire prima. Alcuni dati rivelano una percentuale del 40% di eventualità in cui il tumore viene completamente disintegrato dalla terapia pre-operatoria.

Alla fine, con le cure ricevute, Federico è venuto al mondo ed ha portato tanta felicità e gioia alla propria madre, la quale ha sofferto ed ha pianto, ma si è rialzata ed ha combattuto, nonostante le numerose difficoltà. “La gioia di sentire piangere mio figlio è stata indescrivibile” dice la giovane donna. Patrizia, a gennaio del 2020, si è sottoposta all’ultimo intervento ed ha cominciato la radioterapia. Suo figlio è stato motivo di energia e di forza, doveva star bene proprio per lui. Una situazione difficile, che ha saputo affrontare ed in seguito superare, soltanto vivendola. Una storia triste, conclusasi poi con un lieto fine.