La Rai ha reso omaggio alla nostra terra e alla sua scena teatrale con una serie di appuntamenti trasmessi su Rai 3. Protagonista immancabile dell’iniziativa Eduardo De Filippo con le sue commedie controfirmate da Massimo Ranieri.
Quattro le opere riadattate dal cantante in onda sul palcoscenico televisivo. Per chi avesse perso la diretta TV è possibile rivederle su RaiPlay, che per questo periodo non richiede iscrizione.
È doveroso per qualunque campano o italiano che sia recuperare queste quattro perle del nostro patrimonio artistico: “Filumena Marturano”, “Napoli milionaria”, “Questi fantasmi”, “Sabato, domenica e lunedì”.
Massimo Ranieri reinterpreta “Filumena Marturano” al fianco di Mariangela Melato, che si cala nel ruolo di una ex prostituta napoletana. Ella convince un ricco pasticciere a sposarla fingendosi in punto di morte, l’inganno verrà inevitabilmente svelato. Sarà allora che il pasticcere -Don Mimì- si rivolgerà ad un avvocato e la commedia entrerà nel vivo.
Tempo addietro lo stesso Eduardo De Filippo aveva proposto alla milanese Melato di diventare Filumena, che si era rifiutata. Quest’ultima ha accettato solo quando Ranieri le ha assicurato un’interpretazione in lingua italiana anziché in forma dialettale e che la commedia sarebbe stata trasmessa in TV.
La scelta dell’Italiano Massimo Ranieri l’ha commentata così: “Abbiamo preso il coraggio a due mani e affondato il coltello fin dove è stato possibile e far capire tutto alla signora di Trento o Bolzano che paga il canone come pure a quella di Canicattì”.
“Napoli milionaria” approda per la prima volta sul piccolo schermo il 22 gennaio 1962, 23 anni circa dopo il suo debutto nel 1945, al Teatro San Carlo di Napoli. Un dramma che parla di come la guerra trasforma i suoi semplici protagonisti, cittadini che si evolvono al suo interno, deviati dalla brama di potere e di denaro.
“La guerra è finita” ripete imperterrito chi si muove sulla scena, addirittura spazientito davanti a Gennaro, padre di famiglia finito in trincea, che vorrebbe raccontare di tutto il dolore vissuto e che non trova contenimento neanche nei suoi cari, i quali non si premurano di ascoltarlo. La guerra era finita, è vero, perché Napoli era stata liberata dagli Alleati, Gennaro invece insiste nel contraddire questa affermazione e rivendica la perdita dei valori delle persone che lo circondano, nel corso dell’intera commedia.
Pasquale Lojacono, assieme alla sua famiglia, è il nuovo inquilino di un appartamento risalente alla dominazione spagnola, e assurge al ruolo di protagonista di “Questi fantasmi”. La casa che egli intendeva adibire a pensione per risollevare le sorti delle sue finanze non vanta di una buona fama: si vocifera che due amanti, colti in flagrante, fossero stati fatti murare vivi in camera da letto.
Pasquale si vede intascare misteriosamente dei soldi per tirare avanti con le spese della pensione ancora vuota e li crede frutto di un benefattore fantasma. “I fantasmi non esistono…li creiamo noi, siamo noi i fantasmi!” dice Pasquale. Mai sentenza fu più vera, dato che le somme ricevute avevano provenienza tutt’altro che sovrannaturale.
In “Sabato, domenica e lunedì” casa Priore ospita tre generazioni, nonni, figli e nipoti. Di sabato si assiste ad un accumulo delle tensioni familiari, di domenica avviene lo scoppio e di lunedì si ragiona sui fatti intercorsi il giorno prima. Peppino -il pater familias- aveva riversato le sue frustrazioni sulla moglie facendole una scenata di gelosia, questo ha però consentito, a mente lucida, di ragionare sul fatto che il loro fosse un amore solo assopito.