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Ucraina, parla il sindaco di Mariupol: “Cittadini deportati come fecero i nazisti”

Continuano i bombardamenti su Mariupol, nel sud-est dell’Ucraina. La città ormai circondata dall’esercito russo è vicina al collasso senza energia elettrica e acqua corrente. Nella notte un raid ha colpito una scuola dove trovavano rifugio circa 400 persone. L’edificio sarebbe stato completamente raso al suolo e sotto le macerie ci sarebbero donne, bambini ed anziani.

Bambini, anziani stanno morendo, la città è distrutta ed è stata spazzata via dalla faccia della terra“, ha dichiarato oggi il capo della polizia locale, Michail Vershnin.

Le dichiarazioni del sindaco di Mariupol

Sempre durante la giornata il sindaco di Mariupol Vadym Boychenko ha pubblicato su Telegram un comunicato in cui denuncia che negli ultimi i giorni i cittadini “sono stati deportati in remote città della Russia, deportati come fecero i nazisti durante la seconda guerra mondiale“.

Nell’ultima settimana, diverse migliaia di residenti di Mariupol sono stati portati in Russia. Gli occupanti hanno portato via illegalmente persone dal distretto di Livoberezhny e da un rifugio antiaereo nell’edificio di un club sportivo, dove più di mille persone, soprattutto donne e bambini, si nascondevano dai bombardamenti” ha proseguito il primo cittadino.

“È noto che i residenti di Mariupol’ catturati sono stati portati nei campi di filtraggio, dove sono sottoposti al controllo da parte dei russi dei propri telefoni e dei documenti personali – continua Boychenko -. Dopo l’ispezione, alcuni residenti di Mariupol’ sono stati reindirizzati in città remote della Russia”. 

Quello che gli occupanti russi stanno facendo oggi è noto alla generazione più anziana, che ha visto gli eventi orribili della Seconda guerra mondiale, quando i nazisti catturarono con la forza le persone. È difficile immaginare che nel ventunesimo secolo le persone possano essere deportate con la forza in un altro Paese” ha così concluso.