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Lettera di Leopardi vinta all’asta dalla Biblioteca Nazionale

Come risaputo, la Biblioteca Nazionale di Napoli è molto attenta a tutto ciò che riguarda la figura del famoso poeta Giacomo Leopardi. Infatti, presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, sono conservate una serie di testimonianze, che danno vita ad un interno patrimonio culturale interamente dedicato al poeta. Al fondo leopardiano, nelle ultime ore, si aggiunge un nuovo elemento, una lettera firmata dal poeta stesso. E’ importante sottolineare, che a Napoli sono custodite la maggior parte delle opere del poeta. Infatti, quest’ultima è una delle tante lettere custodite nella Biblioteca. A quanto pare, nonostante le restrizioni, le attività e la costante ricerca culturale non hanno mai smesso di funzionare.

La lettera in questione, è vinta all’asta della ”FINARTE”, avvenuta mercoledì 18 Novembre 2020. La FINARTE è una delle case d’aste più importanti in Italia. Il documento firmato dal poeta, era tra le testimonianze storiche per la sezione ”Libri, autografi e stampe”.

Il documento

La missiva di 4 pagine firmata dal poeta è destinata al conte Carlo Emanuele Muzzarelli e risale al 18 dicembre 1825. Quest’ultimo, intimo amico del poeta è stato un importante letterato di riferimento per il panorama culturale romano, grazie alla sua costante attività letteraria. Leopardi, esprime il suo piacere nel leggere i versi scritti dal conte Muzzarelli, in suo onore. Inoltre, ribadisce che è intenzionato nel farli pubblicare al più presto. “… Approfittando della licenza che mi avete concesso, ho fatto stampare qui le vostre belle quartine in un foglio periodico di cui vi mando una copia …”. L’ode in questione, composta in onore di Giacomo Leopardi, fu pubblicata il 24 Novembre 1825.

Le lettere, sono fondamentali per conoscere i tratti più nascosti della personalità di un autore. “Si tratta di un documento autografo di particolare interesse bibliografico e storico, di cui si trovano riferimenti in letteratura; più volte citato negli epistolari e repertori, si rivela utile ad una maggiore comprensione della personalità del poeta. La lettera ci presenta un comportamento di Giacomo Leopardi diverso dall’abituale, sempre schivo e riservato…” Questo è quanto precisato dal direttore Gabriele Capone in merito al nuovo documento.