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La Pandemia e la ricerca dell’individualità spingono il mercato di lusso di seconda mano

La Pandemia e la ricerca dell’individualità spingono il mercato di lusso di seconda mano – La scorsa settimana abbiamo riportato i dati della crescita esponenziale del mercato di lusso di seconda mano. Oggi, cercheremo di comprenderne i fattori (esterni) e le ragioni (spesso, personali) per cui il pubblico, e in primis i giovani, sono sempre più interessati a questo tipo di acquisto.

La Pandemia e la ricerca dell’individualità spingono il mercato di lusso di seconda mano

Come la Pandemia ha influenzato il Mercato dei Beni di Lusso di Seconda Mano?

La Pandemia ha accelerato alcune tendenze già ben avviate prima della crisi, innescando un ulteriore aumento della domanda d’acquisto online. Se è vero che la digitalizzazione e il conseguente proliferare di e-commerce dell’usato di lusso (vedi Vestiaire Collective) hanno contribuito ad alimentare un’espansione del mercato in questione, è anche vero che l’incertezza finanziaria indotta dalla crisi ha spinto e spingerà sempre più acquirenti a considerare il luxury di seconda mano come un promettente investimento.

Cosa rende il mercato del lusso di seconda mano così appetibile?

Il fattore economico costituisce uno dei motivi che maggiormente spinge il consumatore all’acquisto di articoli di lusso di seconda mano. I prezzi dei prodotti di seconda mano sono più accessibili e non subiscono un calo di valore immediato come avviene a seguito dell’acquisto di nuovi articoli. Al fattore economico, si aggiunge quello psicologico ed emotivo. In questo, giocano un ruolo chiave i social media che hanno consacrato i prodotti del mercato del lusso di seconda mano come “l’ultimo” ma “eterno” “MUST HAVE” – influenzando il comportamento d’acquisto di milioni di consumatori. Ma non solo: la rarità, la qualità, la storia dietro il prodotto e l’iconicità di capsule speciali sold out sono un forte motivo di scelta dell’acquisto. 

Infine, vi è la crescente preoccupazione per l’impatto negativo che l’industria della moda ha sull’ambiente. I consumatori – soprattutto i giovani – temono per il futuro dell’ecosistema e quindi prediligono un consumo etico. Considerato lo shift nel comportamento d’acquisto, l’industria della moda sta virando verso un’economia di tipo circolare, cercando di allungare il ciclo di vita dei prodotti, riparando e riciclando i materiali e i prodotti esistenti.

La ricerca di un’identità di stile “differente”:

Il mercato di seconda mano offre ciò che – specialmente i giovani desiderano più di ogni altra cosa: l’individualità. I giovani sentono l’esigenza di dover trovare un loro spazio di espressione personale in cui potersi identificare. E lo fanno – per fortuna – non soltanto attraverso l’utilizzo dei social ma soprattutto attingendo dal mercato di seconda mano (di lusso). Riuscire a scovare una propria identità di stile è altroché facile.

Gli stessi luxury brand spesso subiscono il fascino ammaliatore dell’amante – pardon amato…ultimo trend. Per fortuna, però, i giovani e in particolare la Gen Z hanno fiutato una possibile soluzione al problema “dell’omologazione da trend”, che sembrerebbe funzionare alla grande. Per essere iper-contemporanei e “distinguersi dalle masse” bisogna attingere dal guardaroba del nonno o acquistare oggetti, spesso, fuori produzione da rivenditori online. Non si tratta più di “essere alla moda” o di “seguire la moda”, ma di “fare moda” mescolando stili, colori e forme.

“Second Hand, but it is the new You” sembra essere lo slogan perfetto per quanto sta accadendo oggi.