Niente che non sia stato ribadito innumerevoli volte potrebbe essere aggiunto in merito a un colosso della drammaturgia italiana, partenopea e internazionale, qual è stato Eduardo De Filippo.
Un degno erede di colui al quale Eduardo stesso non ha mai fatto mistero d’ispirarsi, raccogliendone idealmente l’eredità, seppur con tematiche e stili differenti; e insieme al quale scrisse la commedia “L’abito nuovo“: Luigi Pirandello.
Le origini
Eduardo De Filippo nacque Napoli, figlio illegittimo del commediografo/attore Eduardo Scarpetta e della sarta Luisa De Filippo. Crebbe nell’ambiente teatrale e fin dall’adolescenza diede prova del suo talento comico e attoriale, entrando a far parte della compagnia teatrale del fratellastro Vincenzo Scarpetta, in cui figurava anche sua sorella Titina.
I tre fratelli lavorarono amabilmente insieme, cimentandosi nel teatro dialettale. Eduardo iniziò a comporre delle opere sue e, qualche anno dopo, anche grazie al sodalizio artistico con Michele Galdieri, i tre fratelli realizzarono il loro grande sogno: recitare insieme in una compagnia tutta loro, alla quale diedero nome “Teatro Umoristico I De Filippo“.
Il loro successo fu immediato, la loro arte, in particolar modo, puntava ad attirare l’attenzione sugli aspetti concreti della realtà napoletana dell’epoca, facendone emergere abitudini, stenti e illusioni giornaliere della “piccola borghesia”.
Venne considerato il Moliere del ‘900 proprio per la sua drammaturgia, fondata su temi e ambienti tipicamente napoletani, e attraverso la quale ha ottenuto anche un enorme successo internazionale.
Tra le opere più significative di quell’epoca si annoverano “Napoli milionaria!“, “Questi fantasmi!” e “Filumena Marturano”.