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Il 18 marzo un incendio distrusse il Madame Tussauds

Il 18 marzo 1925 un incendio devastò gran parte delle figure storiche presenti presso il Museo Madame Tussauds di Londra; nonostante le fiamme distrussero quasi tutto, eesistono ancora modelli esposti di quasi 200 anni, creati proprio da Maria Tussaud, scultrice specializzata nella lavorazione della cera.

Le statue di cera riproducono fedelmente gli originali: sono curate nei minimi dettagli, perfettamente realistiche e a grandezza naturale, tanto che possono confondersi con i personaggi veri. Per la produzione viene utilizzata cera d’api e paraffina, con una lavorazione che richiede anche diversi mesi. Per la maggior parte delle figure scolpite posano le stesse celebrità, altrimenti gli scultori guardano direttamente le foto dei personaggi. 

Quel 18 marzo i vigili del fuoco impegnati a spegnere l’incendio, si ritrovarono davanti ad una folla di migliaia di curiosi e tentarono di portare in salvo alcune figure, soprattutto celebri criminali della “Camera degli orrori”. Per gli altri ci fu poco da fare. Un testimone che abitava nel palazzo di fronte raccontò al Guardian che si poteva sentire distintamente lo sfrigolio delle statue che bruciavano. 

Più di 350 stampi per teste, alcuni dei quali risalivano ai modelli originali realizzati da Marie Tussaud, furono distrutti dall’incendio, oltre ai personaggi di cera. 

Tuttavia, il museo è stato in grado di riprendersi grazie a notevoli sforzi di ricostruzione e all’esistenza di numerosi stampi e repliche conservati fuori sede.

Un episodio gravissimo per la storia di uno dei musei più celebri del mondo, che ovviamente è riuscito a ripartire più forte di prima, accogliendo migliaia di visitatori ogni giorno, che posano accanto alle statue di cera. Le sedi del Madame Tussauds sono complessivamente diciassette, presenti in diverse parti del mondo; certamente il più famoso è il Museo di Londra, mentre il più grande è quello di Las Vegas.

 

Immagine in evidenza: Pagina Facebook – Le fotografie che hanno fatto la storia