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Gianluca Troise: un gesto che gli costerà caro

Gianluca Troise, in carcere da più di un anno per estorsione ai danni di un commerciante, è divenuto l’autore dell’ennesimo reato.

Stavolta Troise, membro di spicco del clan Polverino di Marano, avrebbe mimato il gesto del taglio alla gola dinanzi al pm del Dda di Napoli.

L’evento avrebbe coinvolto anche il maresciallo dei carabinieri, già noto per aver testimoniato in un processo contro di lui.

Gianluca Troise

Troise, in passato, si è reso responsabile dell’omicidio di un affiliato al clan Nuvoletta. La vittima rispondeva al nome di Luigi Felaco.

L’assassinio ebbe come sfondo un caseificio  situato tra Marano e Calvizzano, luogo in cui Troise sparò quattro colpi al capo di Felaco, con una calibro 7.65. Successivamente, il criminale fu arrestato e detenuto in carcere in attesa dell’udienza di convalida. Tuttavia, i giudici decisero di assolverlo in appello.

Troise fu incastrato da un filmato che aveva registrato le immagini dell’omicidio, il killer fu riconosciuto da un pentito, mentre questi prendeva visione del video.

In seguito, l’uomo si è macchiato di un altro crimine, ossia l’estorsione ed è finito nuovamente in carcere. A nulla sono valsi i tentativi di riportarlo fuori di galera dei suoi legali, il Tribunale del Riesame di Napoli ha deciso che non sarebbe stato giusto liberarlo.

Il reato che l’ha visto protagonista del gesto non è quindi certo il primo e neanche quello di maggior gravità fra i diversi che ha commesso.

La situazione attuale

La posizione di Troise, dunque, si  è aggravata e gli inquirenti sono ora alle prese col caso, tentando di studiarlo minuziosamente. A tal proposito, le autorità hanno, infatti, aperto un fascicolo.

La camorra

Sembra quindi, ancora oggi, impossibile sradicare dalla regione campana il fenomeno della criminalità organizzata. Nel corso degli ultimi dieci anni, vi sono stati tantissimi reati di estorsione e una moltitudine di omicidi continua a inquinare l’immagine di una delle zone più belle di questo Paese.