domenica 28 Aprile, 2024
23.5 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

spot_img

Energia nucleare: lo stop con il voto del 1987

Energia nucleare, lo stop della produzione avvenne il 9 novembre 1987 in Italia con un referendum che vietava la produzione di elettricità tramite l’energia nucleare.

Il 9 novembre 1987 in Italia si votò per cinque referendum, tre di questi riguardavano l’energia nucleare.

Nessuno dei tre quesiti chiedeva l’abolizione o la chiusura delle centrali nucleari.

I votanti furono il 65,1%, con un’altissima percentuale di schede nulle o bianche che andarono dal 12,4% al 13,4%.

REFERENDUM NUCLEARE 1

Veniva chiesta l’abolizione dell’intervento statale nel caso in cui un Comune non avesse concesso un sito per l’apertura di una centrale nucleare nel suo territorio. I sì vinsero con l’80,6%.

REFERENDUM NUCLEARE 2

Veniva chiesta l’abrogazione dei contributi statali per gli enti locali per la presenza sui loro territori di centrali nucleari. I sì s’imposero con il 79,7%.

REFERENDUM NUCLEARE 3

Veniva chiesta l’abrogazione della possibilità per l’Enel di partecipare all’estero alla costruzione di centrali nucleari. I sì ottennero il 71,9%.

Referendum energia nucleare 1987

Al momento del referendum, in Italia si contavano quattro centrali elettronucleari:

1 – La centrale di Latina, da 210 MWe con reattore Magnox, attiva commercialmente dal 1964;

2 – La centrale Garigliano di Sessa Aurunca, da 160 MWe con reattore nucleare ad acqua bollente (BWR). Attiva commercialmente dal 1964, è l’unica tra queste che era già stata spenta prima del referendum. Fermata per manutenzione nel 1978, si optò per la disattivazione nel 1982;

3 – La centrale Enrico Fermi di Trino, da 270 MWe con reattore nucleare ad acqua pressurizzata (PWR). Attiva commercialmente dal 1965;

4 – La centrale di Caorso, da 860 MWe con reattore BWR, attiva commercialmente dal 1981. È l’unica delle quattro ad essere di seconda generazione.

Lo sfruttamento dell’energia nucleare in Italia ha avuto luogo tra il 1963 e il 1990.

Le quattro centrali nucleari italiane sono state chiuse per raggiunti limiti d’età, o a seguito dei referendum del 1987.

I referendum abrogativi dell’8 novembre 1987 si conclusero con una netta affermazione dei «sì», che di media nei cinque quesiti raggiunsero circa l’80% delle preferenze.

Dopo la scelta degli italiani circa la responsabilità civile dei magistrati, il Parlamento approvava (13 aprile 1988) la legge n. 117 sul «Risarcimento dei danni cagionati nell’esercizio delle funzioni giudiziarie e responsabilità civile dei magistrati», nota come «legge Vassalli», (votata da DC, PCI e PSI) il cui disposto, secondo i radicali, si allontanava decisamente dalla decisione presa dagli italiani nel referendum, facendo ricadere la responsabilità di eventuali errori non sul magistrato, ma sullo Stato, che successivamente poteva rivalersi sullo stesso, entro il limite di un terzo di annualità dello stipendio.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.