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Napoli: tempesta di gol.

Ciao serie A: ci si rivede tra un paio di settimane, dopo le due partite della nazionale italiana di Mancini, alle prese con le qualificazioni all’europeo 2020, il 5 e l’8 settembre. Stavamo cominciando a divertirci con il campionato e i 32 gol della seconda giornata si issano a testimonianza del trend spettacolare del torneo italiano, alla ricerca di estimatori in giro per il mondo che ne possano aumentare l’appeal, traducendolo in una vendita del prodotto, che porterebbe nelle casse del nostro movimento pallonaro, sotto forma dei diritti televisivi un bel po di quattrini in più. Un sostanzioso contributo allo spettacolo lo ha dato il Napoli con la sua difesa caracollante e il suo attacco atomico; allo stesso tempo, gli azzurri sono la squadra più prolifica (7 gol fatti) e quella con la difesa più perforata (7 subiti). In cento anni di serie A è successo una sola volta, che dopo due partite, un club abbia subito tutte queste reti e nemmeno i tanti gol fatti inducono al buon umore la tifoseria, che inoltre, si aspettava il botto finale al calcio mercato. Infatti l’ultimo acquisto, Llorente, sicuramente di ottimo profilo, non ha scaldato il cuore della piazza che aveva fatto la bocca ad Icardi, passato poi al PSG dei pluri-potentati arabi. Sotto la severa lente di ingrandimento della critica, oltre alla società, c’è anche l’operato del mister partenopeo Carlo Ancelotti, reo di non aver saputo dare, finora, coesione tra i reparti di centrocampo e difesa e di aver dato troppa fiducia a K2-Koulibaly, tornato per ultimo dalle vacanze e non ancora in grado di offrire garanzie di tenuta, per via di una condizione fisica e mentale non ancora all’altezza dei suoi fenomenali standard. Perchè non impiegare Maksimovic che è stato agli ordini del tecnico fin dai primi giorni di ritiro a Dimaro e gli si preferisce un calciatore con una condizione fisica in divenire. Così scarso è il serbo? Domande lecite che se suffragate dalle due, ultime, prestazioni del Napoli diventano obbligatorie e rischiano di svilire il già troppo delicato, entusiasmo della piazza, fin qui, piuttosto altalenante. L’aspetto positivo della partita allo Stadium, di sabato sera, sono le dichiarazioni che hanno testimoniato la scontentezza del coach emiliano, per una interpretazione della gara a dir poco sbagliata, per oltre un’ora, della sua squadra, senza che “allegramente paraculando”, tenti di sfruttare la quasi-impresa, che pure è stata sfiorata, di recuperare tre gol alla Juventus, nella sua roccaforte naturale. Un buon segnale, che testimonia la grande intelligenza dell’uomo di Reggiolo e chiarisce ai tifosi, che questo non sarà l’atteggiamento routinario degli azzurri, che devono tutti dare qualcosa in più, attaccanti compresi, nella fase difensiva. Siamo appena alla seconda giornata, la Juve data in rodaggio è a sei punti, l’Inter sembra completamente stregata dall’effetto Conte, il Napoli, a meno tre dalla vetta, non può permettersi di perdere altro terreno, perchè potrebbe essere fatale. Adesso però tutti a tifare Italia.