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Complesso dei Girolamini, le parole della direttrice Cucciniello

Un luogo ubicato nel cuore del centro storico di Napoli, ricco di bellezza, cultura e fascino. Parliamo della Biblioteca dei Girolamini, nominata monumento nazionale nel 1866 con le leggi eversive del patrimonio ecclesiastico. L’antico convento è diventato un museo nel 2010.

Dal 2020 lo storico complesso è affidato alle cure e all’attenzione della direttrice, Antonella Cucciniello. Il convento fu fondato nel 1586, quando nel capoluogo partenopeo giunsero i padri Oratoriani, una comunità di religiosi che seguiva San Filippo Neri.

Complesso dei Girolamini, un tesoro Partenopeo

L’insieme di edifici comprende una proposta vasta e stimolante. Le varie ale si dividono in una Chiesa barocca che comprende due chiostro monumentali, una quadreria in restauro, un’antichissima biblioteca e ben due oratori.

Un luogo rappresentato da un unico termine: pluralità. La biblioteca vanta una storia complessa, intricata, nella quale si intrecciano svariati saperi: filosofia, teologia, storia e musica. Tra i tanti riconoscimenti attribuiti al complesso dei Girolamini abbiamo quello di biblioteca più antica di Napoli, nonché la seconda più antica in Italia dopo la Malatestiana di Cesena.

L’invito alla comunità della direttrice Cucciniello

Nel 2012 la biblioteca è stata al centro di diverse polemiche a causa di vari furti di libri rari, ed è stata riaperta dopo anni di sequestro. La direttrice Cucciniello spiega che tale fenomeno si è verificato a causa dell’assenza di controllo sociale. Ciò vuol dire che nel momento in cui in una grande realtà culturale si abbassa la guardia il patrimonio artistico rischia di essere sottratto.

“Al momento la chiesa non riaprirà”, spiega la Cucciniello. Nonostante i fondi ricevuti al momento non è prevista la effettiva riapertura dell’edificio, nonostante ciò pare siano previste delle visite straordinarie.

Un importante realtà culturale, ma anche sociale, un monumento dal valore inestimabile. Infine la Cucciniello fa un invito alla comunità: “Questo è l’aiuto, che da operatore culturale mi sento di chiedere, siate coscienti, siate consapevoli che il controllo sociale spetta alla comunità di prossimità.