I mongoli erano un popolo nomade che viveva nelle steppe dell’Asia settentrionale tra il deserto del Gobi e il lago Baikal.
Venivano chiamati dai cinesi “tata” e dagli europei “tartari”.
Nel 1216 il leggendario Temujin assunse il titolo di Gengis Khan, cioè di capo universale.
Gengis Khan unificò le tribù mongole, turche e tartare istaurando un vero e proprio impero.
I mongoli erano uomini dediti:
- alla caccia
- alla pastorizia
- all’allenamento degli equini
Essi avevano una lunga tradizione militare e conoscenze della metallurgia.
I mongoli costituirono un vasto impero invadendo inizialmente la Cina settentrionale e conquistando Pechino e tutta l’Asia.
Tuttavia Gengis Khan morì nel 1227 durante una campagna in Cina e l’impero mongolo venne diviso in quattro organismi statali definiti “khanati”.
Nel 1279, Kubilai, nipote di Gengis Khan completó la conquista della Cina.
I mongoli erano caratterizzati da una tolleranza religiosa nei confronti dei popoli sottomessi.
Poi quando i mongoli decisero di mettere fine al loro nomadismo inizió un periodo definito dagli storici “pax mongolica”, cioè un periodo di pace e prosperità economica.
La pax mongolica portò due conseguenze importanti:
- l’intensificazione dei traffici commerciali fra Oriente e Occidente.
- l’incontro fra la cultura asiatica e quella europea.
Dopo la morte di Kubilai, l’impero mongolo iniziò a sgretolarsi in quanto i quattro khonati erano dovuti di fatto Stati indipendenti.
Nel 1360 Timur Lang si autoproclama restauratore dell’impero mongolo.
Lang era conosciuto in Europa come “Tamerlano il terribile” a causa delle numerose campagne militari sanguinose fatte in India e in Asia Minore.
Tamerlano il terribile morì nel 1405 e di conseguenza ci fu il crollo dell’impero mongolo.