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B&b, in piazza contro le restrizioni del DPCM

B&b in piazza, il settore extra-alberghiero protesta contro il Lockdown.

Non solo ristoranti, commercianti e bar. Domani 31 ottobre alle ore 12, davanti al Palazzo della Regione Campania, sfileranno dipendenti e proprietari dei B&b, penalizzati anch’essi dall’ultimo DPCM.

Il settore che comprende anche case vacanze, strutture ricettive del comparto turistico infatti è stato protagonista di un grave calo economico, ormai da marzo, dallo scoppio della pandemia da covid-19.

Economicamente allo sbando, come dichiarato dagli stessi enti: ” abbandonato e ignorato a se stesso dalle istituzioni nazionali, regionali e comunali ”. 

L’extra-alberghiero partenopeo ad oggi è formato soprattutto da imprese a carattere familiare, il quale in una rete fitta ha offerto lavoro a migliaia di persone, tra giovani alle prime esperienze lavorative e meno giovani con esperienze già consolidate nel campo dell’accoglienza alberghiera e turistica.

Dati alla mano, solo nel 2019 quasi il 10% del Prodotto Interno Lordo della Campania è stato generato soltanto da questo specifico comparto, B&b ed alberghi.

“Siamo aziende, imprese, persone e lavoratori completamente dimenticati dalle istituzioni – sostiene Mario tra i referenti a capo della protesta – chiediamo tutela, considerazione. Che qualcuno si renda conto che un intero comparto della nostra economia è prossimo al totale fallimento. E con esso migliaia di famiglie, senza dimenticare che Napoli senza turismo sta lentamente morendo”

Nella protesta, verranno consegnate al governatore della Regione Campania De Luca, le chiavi delle strutture che a causa delle nuove restrizioni, hanno scelto di chiudere definitivamente.

Molti B&b che gestiscono il loro lavoro con codice fiscale, hanno perso un fatturato che si aggira intorno al 90 e al 100% e fino ad oggi non hanno mai ricevuto alcun sostegno né economico né fiscale, dal precedente lockdown. Come afferma anche Fabrizio proprietario un noto B&b del centro storico di Napoli : ” Oggi siamo rimasti aperti  ma per i prossimi mesi non abbiamo ne clienti e ne prenotazioni, ed è per questo chiediamo di avere un vero sostegno  dallo Stato, dalla Regione e dal Comune, in quanto contribuenti a tutti gli effetti”.