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Arrestato presunto killer di Rosa Alfieri in ospedale: la ricostruzione degli eventi

Ha vagato tutta la notte. Dopo l’omicidio ha raccolto alcuni vestiti, poi si è cambiato, ha gettato il cellulare. Poi da Grumo Nevano, a Napoli nord, dove aveva ucciso Rosa Alfieri, la vicina di casa e figli del padrone dell’appartamento dove viveva, ha camminato per chilometri. Per ore e ore. Fino a quando stremato, nel quartiere Fuorigrotta, a quasi 20 chilometri da via Risorgimento, non si è sentito male. Così ha deciso di andare in ospedale (ANSA).

Secondo alcune indiscrezioni, avrebbe detto ai medici del Pronto Soccorso dell’ospedale di Fuorigrotta: Sto male, curatemi. Queste le parole di Elpidio D’Ambra, unico sospettato per il brutale omicidio di Rosa Alfieri di soli 23 anni. L’uomo aveva avuto un malore prima di raggiungere il nosocomio ed era in stato alterato, forse a causa dell’uso di stupefacenti.

Questo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine che hanno condotto le indagini su Elpidio D’Ambra, il 31enne arrestato ieri pomeriggio all’ospedale San Paolo per l’omicidio di Rosa. In nottata si è svolto l’interrogatorio della pm di Napoli Nord Patrizia Dongiacomo, seguito dal trasferimento al carcere di Poggioreale. Già nelle prossime ore ci sarà l’interrogatorio di convalida del fermo.

Arrestato Elpidio D’Ambra: la ricostruzione dell’omicidio di Rosa Alfieri

Rosa Alfieri, 23 anni, di Grumo Nevano, stava tornando a casa dal lavoro. Ha salutato il suo fidanzato, Enzo Esposito, con il quale lavorava in una tabaccheria non troppo lontana da casa, ed è entrata nella sua auto. Non avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata l’ultima volta.

Ha parcheggiato l’auto nel cortile, come faceva sempre. Quel giorno, però, c’era qualcuno diverso dalla sua famiglia ad aspettare il suo ritorno. Secondo quanto dichiarato dalle Forze dell’Ordine, il sospettato, Elpidio D’Ambra, l’avrebbe aspettata e poi attirata in casa sua. La casa che occupava da sole due settimane di proprietà della famiglia di Rosa.

È da chiarire se l’abbia attirata dentro con una scusa o con la violenza, fatto sta che Rosa Alfieri è stata ritrovata senza vita nel suo appartamento. Quando è stata aggredita Rosa ha gridato con tutta le sue forze ma tempestivamente il killer le ha infilato uno straccio nella bocca. L’ipotesi più accreditata è che abbia tentato di violentarla e che Rosa si sia difesa fino all’ultimo istante.

Allora, l’uomo avrebbe perso il controllo e l’avrebbe strangolata con una sciarpa. L’autopsia rivelerà se Rosa abbia o meno subito violenza sessuale. Dopo aver commesso il delitto efferato, poi, Elpidio D’Ambra avrebbe lasciato l’appartamento chiudendo la porta a chiave, come se niente fosse accaduto.

I genitori di Rosa hanno poi notato la macchina nel cortile, ma Rosa non tornava a casa. Il padre corre al piano di sotto, insospettito dalle grida fugaci di qualche tempo prima. Tenta di sfondare la porta con tutte le sue forze ma non ci riesce, è chiusa a chiave. Chiamano la Polizia. In quel momento la tragica scoperta: Rosa è in camera da letto di Elpidio, seminuda, picchiata brutalmente e senza vita.

Elpidio D’Ambra è stato arrestato e trasferito al carcere di Poggioreale.

 

 

 

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.