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Amedeo Modigliani: l’arte della pittura e della scultura

Amedeo Modigliani:l’arte della pittura e della scultura, ricordiamolo così:

Amedeo Modigliani è stato un pittore e scultore italiano, celebre per i suoi sensuali nudi femminili e per i ritratti caratterizzati da volti stilizzati, colli affusolati e sguardo spesso assente.

Amedeo Modigliani, scultore e pittore, nasce a Livorno il 12 luglio 1884, quartogenito di Flaminio Modigliani e Eugènie Garsin, famiglia di tradizione israelitica e cresciuto in povertà, dopo che l’impresa del padre andò in bancarotta

Già da adolescente si appassiona alla pittura e nell’estate del 1898 frequenta lo studio del pittore livornese Guglielmo Micheli. Nel 1899 si iscrive alla scuola di pittura dI Guglielmo Micheli dove incontra e stringe amicizia con Llewelyn Lloyd, Benvenuto Benvenuti, Aristide Sommati, Gino Romiti e Oscar Ghiglia.

Nel 1901 durante un viaggio con la madre scopre Napoli (dove apprezzò l’originalità di Tino di Camaino), Amalfi, Capri, Roma e Firenze. Il 7 maggio 1902 si iscrive alla Scuola Libera di Nudo dell’Accademia di Belle Arti a Firenze, dove studia i pittori “Macchiaioli“, gli impressionisti italiani, sotto la guida di Giovanni Fattori.

Nello stesso anno si appassiona alla scultura, per questro si reca a Pietrasanta dove invierà una lettera all’amico Gino Romiti. Nel 1903, Amedeo Modigliani si trasferisce a Venezia per studiare all’Accademia di Belle Arti. Qui, in occasione della biennale, incontra la grande arte francese di fine secolo: gli impressionisti.

Nel febbraio del 1906 arriva a Parigi e prende in affitto un atelier a Montmartre dove spiccano personaggi come Pablo Picasso, André Salmon e Max Jacob. Si iscrive all’Accademia Colarossi.

Amedeo Modigliani nell’ambiente intellettualmente stimolante di Parigi, lavora alacremente, frequenta i pittori delle varie correnti ed espone le sue prime opere al Salone d’Autunno a Parigi e poi nel 1908, al Salon des Indépendents nella sala dei pittori Fauves.

Nel 1909 l’artista torna a Livorno (da luglio a settembre) dove dipingerà “Il mendicante di Livorno” e scolpirà durante l’estate prendendo in affitto un fondo in via Gherardi del Testa; durante questo soggiorno visiterà Pisa, manifestando l’intenzione di visitare anche Siena.

Nel 1910, quando Amedeo Modigliani espone al Salon des Indépendents come suggeritogli da Guillaume Apollinaire, la critica gli è favorevole, ma durante quell’anno, sotto l’influenza delle forme arcaiche degli idoli e delle maschere primitive, si dedica quasi esclusivamente alla scultura.

Nel 1911 espone 5 scuture nell’atelier del pittore portoghese Amadeo de Souza Cardoso. Nel 1912 espone sette sculture alla X edizione del Salon d’Automne.

Fu per lui il picco del successo, entrare a Parigi era motivo d’orgoglio e di grande soddisfazione personale.

Nel 1909 Modigliani si trasferisce a Montparnasse. Qui avviene la svolta veramente importante: l’amicizia con Constantin.

Ed è proprio alla scultura, che Modigliani comincia a rivolgersi a partire dal 1909, su impulso di Brancusi. I soggetti sono di due tipi: teste di donna e figure femminili in posa di cariatidi. Inframmezzano questi esperimenti alcuni dipinti e disegni sui medesimi soggetti.

In queste opere le forme si presentano allungate, schematiche, persino aspre nella loro essenzialità. Balza all’occhio immediatamente il diretto rapporto con l’arte cicladica e la scultura africana. A rendere l’effetto ancora più marcato contribuisce il materiale: pietra, semplice pietra, non marmo, gesso o creta.

La scultura rappresenta per Modigliani una parentesi. Infatti, a partire dal 1914 la abbandona completamente, per dedicarsi esclusivamente alla pittura e al disegno. Ma Modigliani non concepisce più la pittura come in precedenza.

Non ebbe una salute di ferro, infatti si ammalava spesso a causa della sua costituzione cagionevole. Quegli anni infatti furono anni complessi anche artisticamente.

È stato un artista di successo proprio per la sua versatilità, proprio oggi cade l’anniversario della sua scomparsa: il 24 gennaio 1920.