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Al 21secolo Ugo Crepa racconta il suo Spleen

L’indipendente tuona sempre e ci prova ancora. Ugo Crepa partendo dalla provincia di Marigliano ha cercato perfezionarsi e di far delle barre un adatto mosaico introspettivo.
Il flow di Ugo Crepa cresce, dagli inizi nel 2013 con il collettivo nerosubianco fino agli esordi nel 2016 con l’etichetta indipendente  FileFun riesce a salire sul palco aprendo i live di rapper come Noyz Narcos, Clementino, Nitro, Gemitaiz e Jack the Smoker. Collabora al progetto Tritolo capitanato da Clementino nel 2017 alla traccia n.9 “Prospettive”del TritoloMixtape, riproponendosi l’anno successivo in “Rido”.
 
Il 2019 è l’anno della ribalta per Ugo, dopo il successo conseguito su YouTube “A metà di un minuto” e l’ultima track “Ritrovare Me”, grazie al sodalizio diventato anche artistico con i producers patenopei Aaronn Vaine e Foolviho, insieme al videomaker Goodman, con cui ha preso parte recentemente alla FarciSentire Festival, evento musicale indipendente che negli ultimi anni è diventato trampolino di lancio per nuove scoperte musicali.
Il 21 secolo è andato dal giovane rapper per conoscere l’artista, il suo mondo musicale ed anche umano di una delle penne attualmente di maggior talento.
Il percorso  musicale di Ugo è iniziato quando precisamente? Puoi raccontarcelo?
<<Sicuramente è iniziata nel 2011-2012, se parliamo di “consapevolezza”, ma diciamo ho sempre suonicchiato abbastanza, da piccolino, con la batteria e la chitarra. Poi, essendomi reso conto che non avevo quell’inclinazione nello studio e nell’applicarmi, almeno all’epoca, avevo questa forte esigenza dell’esprimermi, che mi ha portato a provare anche teatro e quanto altro e sono poi, in seguito, finito a scrivere. Sono quasi certo che ho veicolato tutto sul rap perchè per me consisteva anche in un modo più diretto per dire le cose e non c’era assolutamente bisogno di questa gran voce. Poi mi sono reso conto che anche la voce era, insomma, discreta. Ma, ti ripeto, è venuto tutto dopo. Nel mondo musicale, a livello di episodi che hanno dato il via alla mia carriera, è stato l’incontro a Pomigliano d’Arco di Gianluca, un mio amico che faceva parte di un collettivo “nerosubianco”, e non smetterò mai di ringraziarli, perchè mi hanno dato lo sprint  e il sostegno necessario per fare il primo passo>>.
In che modo nasce l’universo musicale  di Ugo, cioè sound e testi?
<<Dipende, perchè io articolo il mio lavoro in strettissimo contatto con i produttori. Diciamo che la cosa nasce molto di pari passo. Alessandro o Fulvio iniziano a suonare, a seconda che lo facciano insieme o individualmente, ma può capitare anche che io vada da loro con qualcosa, un’emozione su carta, un’idea in testa e cerchiamo di arrangiarla. E’ molto istintivo come processo, poco di ragionato e razionato ma ritengo che sia il miglior modo per fare musica. Quindi se devo dirti in che modo nasce, ti dico che nasce in modo viscerale, di getto sia il sound dei ragazzi che i testi.>>
In track come “Verso le quattro” e “A metà di un minuto” emerge molto il tuo animo, l’Io. Quanto è introspettivo il tuo modo di scrivere?
<<Sè, è un casino introspettivo. Io scrivo principalmente, di me. Soprattutto scrivo quando sto, con o senza virgolette, quando sto male.  E’ un momento mio, e sotto un certo punto di vista è anche un male, un punto sfavorevole forse, perchè attualmete non metto la penna sul foglio se non per comunicare un qualcosa che mi provoca un disturbo, se così si può dire. Però è una grande emozione poterla passare, perchè c’è gente che si rispecchia ed è la cosa più bella della musica. Per quanto si possa dire che la musica la fai per te o quanto altro, che qualcuno si rispecchi, si emoziona è una cosa bella, ed è bello farlo parlando di te e non inventando, magari una situazione. Tornando alla visceralità, io sono veramente istintivo nella scrittura e quando mi capita di parlare di me, e trovare delle persone che si rispecchiano è la più grande soddisfazione di tutte.>>
Il 2019 è stato un anno molto positivo per il tuo percorso. Può considerarsi come il primo step dopo un lungo stage musicale?
<<Guarda, è stato positivo perchè i numeri esorbitanti sono tutt’altri.  Penso stia andando bene. E’ stato molto positivo perchè si è creata una situazione in cui ho persone che mi seguono, ho trovato una stabilità musicale, la pace musicale. Prima era più difficile, perchè prendi il beat da quello, fatti fare il pezzo da quell’altro, non sai dove registrare, non sai chi deve fare il video. Adesso sto lavorando a più stretto contatto con un videomaker, che a mio parere è professionista con gli attributi, e con due musicisti che sono molti diversi tra loro, ma che si assomigliano molto a livello personale. E questo è bello c’è un’armonia, perchè permette di creare musica figa a mio parere. Partendo da questi presupposti, è stata propio l’armonia ad aver fatto si che la musica abbia viaggiato in modo giusto e non possa che migliorare. Quindi sì, è stato positivo, ma non il primo step perchè sono cinque anni che sono attivo e mi sono costruito, mi sono iscritto al Conservatorio per diventare un tecnico del suono, specializzarmi. >>
Ugo Crepa
Parlaci della recente esperienza al FarciSentire Festival. Che esperienza è stata?
<<Dal FarciSentire sono stato contattato tramite la piattaforma MusPlan, ed è figo perchè io non conoscevo il festival fino ad un paio di anni fa, per poi scoprire che è uno dei festival Indie più importanti d’Italia. Ed è stato un onore per me suonar ein un festival Indie erock, laddove io non faccio nè indie nè rock, quindi è stato un bel riconoscimento. Il festival è stato anche un buon trampolino di lancio, un portafortuna. Ed è stato bello perchè è il primo live che abbiamo fatto come squadra, con Goodman come videomaker, Alessandro e Fulvio alle note. E’ stato molto bello, anche per il coinvolgimento del pubblico, nonostante suonassimo alle otto di sera, c’è stato chiè venuto a supportarci, chi conosceva i pezzi. Ed è stata veramente una grossa soddisfazione, sia l’esser andato a suonare lì che ala risposta del pubblico per sentire, noi. >>
Com’è nata il sodalizio artistico con Aaronn Vaine e Foolviho?
<<Considera che conosco Alessandro -Aaronn Vaine- da sei anni e sono sei anni che proviamo a fare delle robe e che litighiamo su questo in modo costruttivo. C’è un rapporto di fondo che è amicizia molto forte, si può dire che abbiamo cominciato insieme. Lui, prima di me con il writing, le produzioni col rap, poi ha incontrato me ed ha incominciato a produrmi. Abbiamo fatto una mole di roba, ma peccato sia uscito poco in modo relativo. Su Youtube c’è qualcosa di un paio di anni fa. Non ci siamo mai abbandonati e credo sarà un rapporto “fino alla fine”. Fulvio l’ho conosciuto tra le varie amicizie, musicalmente come chitarrista. Frequenta il conservatorio con me. Inizialmente decisi di lasciare ad Alessandro le produzioni e lui la chitarra, poi conoscendosi hanno iniziato ad attaccare pezzo su pezzo che ha portato a buoni risultati. Abbiamo deciso così di metterci assieme tutti e tre, anche perchè credo che il miglior featuring che tu possa fare in assoluto è con i musicisti, che con i rapper, oppure i cantanti. Il fatto che esita un’amicizia a quattro, includendo anche il videomaker, ci permette di dar una direzione non occasionale, ma organizzata in un progetto.>>
Ugo Crepa
La tua ultima traccia ” Ritrovare Me” abbraccia un sound più fresh, come mai questa scelta?
<<La mia ultima traccia non la definirei fresh, ma semplicemente una scelta di stagione, solita roba ma con metodi di lettura diversi, mi sono messo per la prima volta nei panni della persona che mi ascolta. A luglio non potevo lanciare una hit come “a metà di un minuto”, che per quanto possa essere bella per qualcuno, è pesante sia a livello di sound che di parole dette. Volevo continuare a raccontare  questo malessere che mi sta ancora attraversando, siccome non volevo parlare di margherite, leggero ma esprimere sempre  quello che ho da dire ed in questo Alessandro si è differenziato tanto da far sembrare il sound totalmente diverso. In realtà ci sono molti punti in comune anche in quello il discorso. Io non sono ed anche nella prossima track non sarò proprio simile a quest’ultima, perchè cerchiamo di uscire dallo schema. Noi ci mettiamo là e diviene una cosa istintiva, lo campioniamo e lo loopiamo, senza alcun timore.>>
Ugo Crepa
Qual’è il sound che meglio riesce a far esprimere il tuo flow?
<<I beat e i sounds di Alessandro e Fulvio, delle persone ch eho scelto al mio fianco per suonare. Ci sono giusto al di fuori di loro due produttori che riescono a farmi esprimere. L’apice della mia creatività la raggiungo unicamente con due persone che sono come due fratelli per me, hanno un modo di farmi esprimere personale. Riescono a creare ciò che mi emoziona, capace di farmi dare il meglio di me a livello di flow. Non ho un vero e proprio sound non faccio hard-core, di sicuro, posso definirlo R n’ B’ e rap, ma in realtà non mi piace nemmeno etichettare la cosa, se non come Alessandro e Fulvio.>>
Quali sono i progetti futuro di Ugo Crepa?
<<Sicuramente con qualche altro singolo, non con il video, facendo riposare un pò Lorenzo. Su Spotify a settembre. Uscirà roba con il nostro collettivo Molestus formato da io, Alessandro, Fulvio e Lorenzo, con “Roba Molestus” in cui parteciperò con qualche featuring o qualche ritornello per un amico. Ad ottobre uscirà un altro singolo, faccaimo passare solo agosto, cercando di essere continuativi nella cosa. La continuità è l’unica cosa, e lo abbiamo capito, per riuscire ad emergere da tutto questo mare di letame. Si parlerà di un disco, ma non abbiamo deciso ancora nulla, ci sedieremo e vedremo la miglior mossa.>>
Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."