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Botticelli come “graphic novelist” a Boston

 A Boston una rivisitazione provocatoria del canone della storia dell’arte. L’Isabella Stewart Garden di Boston, infatti, pone Botticelli come “graphic novelist”.

La mostra, dal nome “Botticelli: Heroines + Heroes”, espone otto opere del pittore rinascimentale, tra cui le due “spalliere” create per palazzo Vespucci di Firenze. Alle opere rivisitate di Botticelli, sono inoltre accostati dodici pannelli commissionati per l’occasione al vignettista del New Yorker Karl Stevens.

La direttrice del museo Peggy Fogelman afferma come puntino “a esplorare l’incrocio tra arte del passato e i suoi echi oggi in nuove opere e nuove forme di espressione artistica”. In questa esposizione viene, infatti, unita l’arte moderna alle parabole del Rinascimento che Botticelli esprime nei suoi dipinti da storie antiche di lussuria, tradimento e violenza.

La mostra torna anche a riunire la “Storia di Lucrezia”, un gioiello del museo, con la “Storia di Virginia”, in prestito dall’Accademia Carrara di Bergamo. Le due opere erano separate da secoli e riunite per la prima volta in autunno a Milano. Isabella acquistò la “Lucrezia” su suggerimento dell’amico Bernard Berenson da un lord inglese per oltre 3.000 sterline.

botticelliIl vignettista che accompagna con i suoi disegni la mostra, Stevens, ha creato cartoni che raccontano l’acquisto e mettono anche in evidenza le scene raffigurate da Botticelli.

L’esposizione è in mostra nella nuova sala disegnata da Renzo Piano.

Le “spalliere” raffigurano donne vittime di quello che oggi sarebbe definito un femminicidio.

La “Storia di Lucrezia” e la “Storia di Virginia” raccontano storie di virtù e sacrificio al femminile. Lucrezia fu assassinata dal padre per preservarne l’onore; Virginia sceglie la morte pur di salvarsi dall’ignominia.

“Scene di un giudizio morale che dovevano servire come parabole moderne per le élite della Firenze di fine Cinquecento”, così le dipinse Botticelli, spiega il curatore della mostra Nate Silver.