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Paolo Sorrentino: nuovo film ambientato a Napoli

Paolo Sorrentino annuncia che girerà un nuovo film ambientato a Napoli. Il regista torna nella sua città di origine dopo vent’anni dall’uscita del suo primo film, “L’uomo in più”.

“È stata la mano di Dio” è il titolo di questo nuovo film; titolo con ovvia dedica a Diego Armando Maradona. Il calciatore argentino è, infatti, sempre stata una costante per il regista partenopeo, come ha raccontato lui stesso in numerose interviste. Anche quando vinse L’Oscar per “La grande bellezza”, non dimenticò di citare il calciatore, insieme a Fellini, Scorsese e i Talking Heads, come una delle sue fonti di ispirazione.

Si sa ancora poco della trama di questo nuovo film, ma le riprese inizieranno a breve. Il nuovo lavoro sarà prodotto dalla Fremantle per Netlix.

“Sono emozionato all’idea di tornare a girare a Napoli, vent’anni esatti dopo il mio primo film” dice Paolo Sorrentino.

Il regista continua: “È stata la mano di Dio è, per la prima volta nella mia carriera, un film intimo e personale, un romanzo di formazione allegro e doloroso. Sono felice di condividere questa avventura col produttore Lorenzo Mieli, la sia The Apartment e Netflix. La sintonia con Teresa Moneo, David Kosse e Scott Stuber sul significato di questo film è stata immediata e folgorante. Mi hanno fatto sentire a casa, una condizione ideale, perché questo film, per me, significa esattamente questo: tornare a casa”.

Anche Scott Stuber, Head of Films, Netflix, dice la sua opinione: “Paolo è un autore straordinario, uno dei protagonisti del cinema mondiale. È stata la mano di Dio è un film personale che lo riporta a Napoli, la sua città, ed è una storia scritta splendidamente con il suo stile inconfondibile. Per costruire una grande casa di produzione, servono grandi filmmaker da ogni parte del mondo, che raccontino storie in tutte le lingue. Con la maggior parte dei nostri abbonati fuori dagli Stati Uniti, sotto la guida di David, nell’ultimo anno abbiamo sviluppato la nostra iniziativa cinematografica internazionale e non vediamo l’ora di portare la storia di Paolo e molte altre a un pubblico global”.