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Cosa fare in caso di guerra nucleare? Ecco il piano del Governo

La guerra in Ucraina e nello specifico i recenti attacchi alle centrali di Chernobyl e Zaporizhzhia hanno spinto il governo ad accelerare la procedura per l’approvazione del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari. Il documento è utile a fronteggiare eventuali incidenti ad impianti collocati nei paesi esteri e si articola in 3 fasi distinte:

  • la prima fase inizia con il verificarsi dell’evento, e si conclude quando il rilascio di sostanze radioattive è terminato ed è caratterizzata dal passaggio sul territorio interessato di una nube radioattiva: qui sono necessarie azioni tempestive di contrasto all’evoluzione incidentale, e l’attuazione tempestiva delle misure protettive a tutela della salute pubblica.
  • La seconda fase è successiva al passaggio della nube radioattiva, ed è caratterizzata dalla deposizione al suolo delle sostanze radioattive e dal loro trasferimento alle matrici ambientali e alimentari.
  • la terza fase è quella che mira al passaggio da una situazione di esposizione di emergenza a una situazione di esposizione esistente o programmata, e all’ottimizzazione della strategia di protezione. Inizia quando il territorio è stato caratterizzato dal punto di vista radiometrico e la sorgente è stata messa sotto controllo.

Guerra nucleare e pillole di iodio

A Napoli, la paura di una guerra nucleare si è rapidamente diffusa tra i cittadini. In molti si sono recati ai supermercati per fare scorta di cibo e alla disperata ricerca delle pillole allo iodio. Secondo alcune informazioni emerse recentemente queste ridurrebbero, in caso di un incidente nucleare, l’assunzione di radiazioni dannose per l’organismo. Se lo iodio stabile viene somministrato prima o all’inizio dell’esposizione allo iodio radioattivo, l’assorbimento di quest’ultimo sarà bloccato dalla saturazione della ghiandola tiroidea con iodio stabile, riducendo così efficacemente l’esposizione interna della tiroide.

Ma è proprio in momenti concitati come questo che le “fake news” trovano terreno fertile. Gli esperti hanno infatti chiarito che le compresse di iodio non vanno assunte a scopo profilattico. Lo ha anche ribadito Vincenzo Santagada, Presidente dell’ordine dei Farmacisti di Napoli e assessore comunale alla salute. Santagada ha spiegato:

“C’è un boom di richieste di informazioni ma senza alcun incidente di natura nucleare e per l’attuale stato dei fatti, va assolutamente evitata l’assunzione di questi farmaci”.

Il Presidente della Federazione degli Ordini Farmacisti Italiani, Andrea Martelli, ha chiarito altri aspetti della questione in un intervento a Leggo:

Da parte delle Autorità competenti non vi è alcuna indicazione all’approvvigionamento di iodio per un’eventuale minaccia nucleare. Pertanto, la richiesta di medicinali a base di questa sostanza è del tutto ingiustificata. L’uso indiscriminato e inconsapevole di questi prodotti è da sconsigliare sia a scopo preventivo, per il quale non vi sono evidenze di efficacia, sia per finalità terapeutiche. L’assunzione di farmaci a base di iodio, come per tutti i medicinali, deve avvenire esclusivamente su indicazione e sotto la supervisione del personale sanitario, e in base agli indirizzi delle autorità sanitarie competenti”.

Da non trascurare infine i possibili effetti collaterali legati a una eccessiva assunzione immotivata di iodio: diarrea, eruzioni cutanee, dolori addominali, reazioni allergiche e alterazione della funzionalità della ghiandola (iper e ipotiroidismo).