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Dal mare una risorsa per contrastare l’eccesso di anidride carbonica

I mitili possano essere tra i nostri migliori alleati contro l’eccesso di anidride carbonica.

Eh si, un recente studio dimostra che cozze, vongole e affini, potrebbe aiutare l’ambiente contrastando il fenomeno dell’aumento di CO2 responsabile di tanti problemi.

Lo studio del gruppo di Ecologia del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Prevenzione dell’Università di Ferrara, è stato pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment.

In particolare questa ricerca ha indagato sulla capacità di cattura il carbonio da parte di vongole veraci e mitili allevati nel comparto produttivo della Sacca di Goro, primo sito di produzione in Europa .

Eccesso di anidride carbonica: perché i mitili possono essere d’aiuto

Il processo alla base del flusso della CO2 nei molluschi è molto semplice da spiegare.

I mitili si sono evoluti con i flussi mareali, riuscendo a conservare nelle valve chiuse la parte vera e propria del mollusco, quella molle e invertebrata.

La parte molle, da cui il nome, filtra dal battente d’acqua il fitoplancton.

Riesce così a tenersi da una parte la componente organica come fonte di energia e  dall’altra  la componente minerale sotto forma di carbonati di vario tipo. Questo meccanismo porta il nome di biosequestro.

In pratica, l’anidride carbonica viene sottratta dall’acqua e trasformata in carbonato di calcio, elemento fondamentale per la costruzione delle conchiglie di tutti i molluschi. In questo modo una cozza adulta marina è capace di filtrare annualmente 13 mila litri di acqua trattenendo all’interno del suo guscio CO2 e microelementi.

Ecco perché il ruolo degli allevamenti è molto importante. Essi rappresentano un vero e proprio meccanismo naturale a favore della lotta contro l’inquinamento del pianeta causato, anche, dall’ eccesso di anidride carbonica.