venerdì 26 Aprile, 2024
11.2 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

spot_img

Cinzia Tommasi: la bodypositive blogger contro gli hater

Cinzia Tommasi, architetto e bodypositive blogger, ha raggiunto la fama su Instagram grazie alla diffusione di un messaggio di inclusione rivolto a coloro che hanno difficoltà ad accettare la propria immagine. La sua è una storia di successo, un successo, però, che viene dall’autoaccettazione e dal rispetto per se stessa.

La blogger milanese è una donna curvy che va fiera del suo corpo e non ha paura di mostrarlo. Ormai giunta alla soglia degli undicimila followers su Instagram, ha fatto della volontà di trasmettere un messaggio di accettazione nei confronti del proprio corpo, un secondo lavoro.

Il mondo può essere un luogo poco inclusivo, soprattutto, poi, se è del mondo della moda che stiamo parlando. Tradizionalmente molto rigido rispetto agli standard di bellezza convenzionale, il mondo della moda sembrerebbe aver fatto passi in avanti negli ultimi anni. Basti pensare alla recentissima polemica nei confronti della modella di Gucci, Armine Harutyunyan, per capire che un cambiamento profondo si sta verificando.

Ricordiamo, inoltre, il caso della bellissima modella di Desigual, Winnie Harlow, affetta da vitiligine e anche dell’affascinante Jari Jones, modella trans plus size per Calvin Klein. Il mondo della moda sta diventando più inclusivo e Cinzia Tommasi, bodypositive blogger, si sta facendo strada.

Al di là della grande passione per la moda, però, Cinzia Tommasi è stata spinta da una ragione personale verso il mondo di Instagram. Vittima di bodyshaming e cyberbullismo, vuole dimostrare a tutti che anche con una taglia superiore agli standard della moda italiana si può avere stile.

Cinzia Tommasi, architetto e bodypositve blogger: la sua storia

Cinzia Tommasi ha 30 anni, vive a Milano e fa l’architetto di professione. Vittima sin da bambina di bullismo, cyberbullismo e bodyshaming, nel 2018 decide di dare una svolta alla sua vita. Spinta dalla passione per la moda e dalla volontà di raggiungere tutti coloro che hanno sofferto a causa del peso, si iscrive ad Instagram.

Il suo profilo sta guadagnando un numero sempre maggiore follower, di cui molti sono ragazzi e ragazze che soffrono perché non riescono ad accettarsi così come sono. Lei interagisce con loro molto spesso, tentando di essere di supporto anche a coloro che sono vicini a persone che hanno un rapporto difficile con il proprio corpo.

L’incontro con la modella curvy, Laura Brioschi, ha dato una spinta propulsiva alla sua carriera nel mondo della moda, facendo di Cinzia Tommasi un’attivista bodypositive. L’architetto e blogger ha, infatti, aderito alla onlus di Laura Brioschi e del suo compagno, Paolo Patria, chiamata Bodypositivecatwalk. Il progetto mira ad organizzare eventi e sfilate con modelli di ogni taglia, genere ed etnia.

Negli eventi organizzati dalla onlus la Tommasi sfila fieramente in lingerie e costume da bagno, pronta a sfidare qualsiasi standard poco inclusivo e pregiudizio sociale. Con la sua taglia 52-54 è ormai temprata contro l’odio degli haters online.

Cinzia Tommasi è stata più volte accusata di glorificare uno stile di vita poco sano e di minimizzare i rischi dell’obesità. In un’intervista rilasciata a Tgcom24 risponde alle accuse con fermezza: “l’obesità è una malattia, non ne faccio uno stile di vita. Ma ho imparato ad accettarmi, conosco il mio valore e so che va oltre la mia fisicità, per questo promuovo su Instagram un messaggio di rispetto ed inclusione rivolto a tutti”.

Sicuramente sentiremo ancora parlare di quest’intraprendente architetto milanese, attivista bodypositive. Nella stessa intervista, Cinzia Tommassi ha annunciato, infatti, che un brand l’avrebbe invitata a sfilare a New York nel 2021. Nel contempo continuerà a diffondere un messaggio di accettazione e rispetto su Instagram, nella speranza di poter essere di supporto per chi, come lei, ha sofferto per i pregiudizi di un mondo poco inclusivo.

 

 

 

 

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.