mercoledì 01 Maggio, 2024
21.6 C
Napoli
spot_img

Articoli Recenti

spot_img

18 febbraio 2008: arrestato Pasquale Condello,detto il Supremo

Nel 2008, esattamente il 18 febbraio, i Ros mettevano fine alla fuga del boss calabrese  Pasquale Condello, detto il Supremo, dopo 18 anni di latitanza.

Una pagina di storia molto importante del nostro paese,che così come accaduto con Riina, Provenzano e più recente di Messina Denaro, mette fine ad una scia di vilenza.

Gli stessi inquirenti al momento della cattura dissero de il Supremo: “Bernardo Provenzano in confronto era un dilettante”.

Questa frase deriva dal fatto che al momento dell’ arresto furono trovati in casa del boss centinaia di ” pizzini” con cui, durante la latitanza, Condello impartiva ordini ai suoi aggregati.

Dei veri e propri messsggi in codice che la magistratura impiegò settimane a decifrare.

L’ arresto de il Supremo

La ”caccia” a Condello era iniziata nel 1988. Il boss, dopo essere stato arrestato per associazione mafiosa, usufrui’ dell’istituto, allora in vigore, della cauzione.

Verso’ 100 milioni delle vecchie lire allo Stato, usci di carcere e si dileguo’.

Da allora e’ stato tutto un inseguire ed un fuggire. Negli ultimi mesi, prima dell’ arrsto, i Ros  intensificarono gli sforzi.

Le cronache raccontano di un aumento idi pedinamenti, appostamenti, controlli, senza però poter contare sulla collaborazione di nessuno della cosca. Nelle ultime settimane, giorno dopo giorno, nei segugi dell’Arma e’ maturata la convinzione che Condello si nascondesse in un appartamento situato in un paio di edifici nel rione Pellaro.

Poi il blitz. Un centinaio di carabinieri del Ros e del Goc, il Gruppo operativo Calabria,  circondarono gli edifici. Sarebbero state poi, piccole squadre composte a fare irruzione in alcuni appartamenti. Ed in uno di questi fu  trovato il superlatitante.

Dopo una notte trascorsa nella sede della Scuola allievi carabinieri, irriconoscibile rispetto alle foto segnaletiche, è stato trasferito, a bordo di un elicottero dell’Arma, in un carcere di massima sicurezza del nord.

Le parole del boss

Al momento della cattura il boss avrebbe detto: “Non c’entro niente con queste inchieste, con la guerra di mafia e con le nove ordinanze che avete emesso nei miei confronti”.

Si chiude così un’ altra pagina della storia criminale del nostro Paese.

Fonye immagine : ” I Calabresi”