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Musica e cervello, quando un suono può guarire

Numerosi studi che affondano le loro radici nelle culture più antiche, suggeriscono e accertano che la musica possa essere benefica in tanti modi.

Contrasta la depressione e gli stati d’ansia, stimola la serotonina, ormone del buon umore e promuove la felicità.

La utilizzavano gli antichi egizi, i greci col supporto dei rapsodi la utilizzavano per accompagnare la recitazione pubblica dell’Iliade e dell’Odissea. Gli Sciamani delle tribù native-americane, si servivano del suono primordiale dei tamburi per i riti collettivi di purificazione dai ” demoni” interiori, e per l’iniziazione. Sino ad arrivare all’effetto di sublimazione ed elevazione spirituale nelle religioni monoteiste, come l’istituzione dei ” Canti Gregoriani” voluti dal monaco benedettino Gregorio Magno I, per accompagnare la messa.

Insomma l’origine dell’uso benefico della musica ha radici che si legano direttamente alla nascita del pensiero dell’uomo.

Studi odierni come quelli fatti dalla Kaohsiung Medical University, mostrano come la musica di Mozart possa addirittura ridurre sensibilmente le crisi epilettiche. La cultura cinese poi, ne sottolinea ancor di più i benefici dimostrando quanto le frequenze sonore giuste possano rafforzare il sistema immunitario, prevenendo il declino cognitivo e limitare la demenza senile nei pazienti geriatrici.

In tal senso è decisivo il tipo di frequenza con cui si sceglie di fare e ascoltare musica. Tale scelta sonora deriva da altre discipline: numerologia e fisica quantistica, nonché gli studi che provengono dalla cimatica. Lo scienziato Nikola Tesla fu un solido sostenitore della teoria secondo cui il nostro universo raccoglie  una presenza massiva del numero 3. Se facciamo riferimento ad esempio alla frequenza sonora aurea, la 432hertz scopriamo sommando le cifre, che il prodotto finale sarà il numero 9, numero della perfezione divina. E ancora, la frequenza 528 hertz considerata ” frequenza miracolo” risulta essere ancor più guaritiva per il solo fatto di far riferimento al numero 8.

Gli 8 hertz sono stati considerati a livello scientifico come frequenza del nostro pianeta, per le scoperte fatte da un altro scienziato, Schumann che aveva compreso attraverso varie ricerche che la terra avesse proprio tale risonanza. E inoltre gli 8 hertz fanno riferimento anche alla nostra ghiandola pineale, l’epifisi  apportando un grande senso di rilassamento cerebrale dello stato Alfa/Theta, rientrando inoltre nelle proporzioni numeriche su cui si basa tutto il nostro sistema solare.

Le onde sonore riescono a modificare il DNA, le caratteristiche corporee, la respirazione, il battito cardiaco e la risposta Neuro-endocrina, stimolando di conseguenza l’equilibrio ed il rilassamento di mente e corpo.

Tutta la storia della musicoterapia si basa su tali attestazioni. L’uso della musica nei percorsi terapeutici risulta ad oggi estremamente efficace per molteplici psicopatologie, anche a livello preventivo.

La musica è di fatti uno strumento  universale, che riesce ad espandersi in modo sottile e potente a più livelli, spesso e volentieri risultando essere un mezzo  più efficace del linguaggio verbale umano.