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Vigilia Juventus-Napoli, analisi e precedenti

VIGILIA JUVENTUS-NAPOLI

Siamo alla vigilia di Juventus-Napoli e c’è grande attesa per la sfida che assegnerà la Coppa Italia 2019/20. La partita si svolgerà ovviamente a porte chiuse, allo stadio Olimpico di Roma ore 21.

PRECEDENTI

Si tratta della seconda volta in assoluto in cui le 2 squadre si affrontano in una finale di Coppa Italia. La prima volta fu nel 2012 ed ebbe la meglio il Napoli di Mazzarri, imponendosi per 2 reti a 0 grazie ai gol di Cavani e Hamsik. Era la prima Juve di Antonio Conte, che proprio in quell’ultimo match stagionale perse l’imbattibilità in campo nazionale. Inoltre quella fu l’ultima partita di Alessandro Del Piero con la maglia bianconera.

Negli altri 10 precedenti ci sono state 5 vittorie per la Juventus, 3 per il Napoli e 2 pareggi (di cui nel 2006 ebbe la meglio il Napoli ai rigori, mentre nel 2009 fu la Juventus ad avanzare al turno successivo dopo i tempi supplementari).

L’ultima volta in cui le 2 compagini si sono sfidate in Coppa Italia risale al 2017, quando nella semifinale d’andata i bianconeri di Massimiliano Allegri vinsero 3-1 allo Stadium. Al ritorno gli azzurri ebbero la meglio per 3-2, ma la vittoria non valse la qualificazione in virtù del risultato d’andata.

STATO DI FORMA

La Coppa Italia sarà il primo trofeo assegnato in Europa, dopo il lungo stop a causa dell’emergenza Covid-19. La Juventus ci arriva con qualche incognita in più, dopo la poco brillante prestazione contro il Milan, in inferiorità numerica per 75 minuti. Subito vuole riscattarsi Cristiano Ronaldo per la brutta prova offerta contro i rossoneri, con tanto di rigore calciato sul palo.

Il Napoli ci arriva con qualche consapevolezza in più, pur avendo sofferto contro l’Inter. Gli azzurri hanno mostrato solidità difensiva, forza mentale ed una buona condizione fisica, considerando la lunga pausa che inevitabilmente va ad incidere da questo punto di vista.

Sarà una partita seguita in diversi paesi del mondo, per cui ci si augura grande calcio e spettacolo, nonostante la “dolorosa” assenza di pubblico sugli spalti.