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Tortura la compagna con i tatuaggi: arriva la pesante condanna

Tortura la compagna con i tatuaggi: arriva la pesante condanna. Maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate e la deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.
Una serie di accuse pesanti per una sentenza altrettanto pesante: 6 anni di reclusione. Questo l’esito del processo ad Andrea Lombardi, di 41 anni, che per anni tortura la sua compagna facendola vivere in condizioni giudicate penose.

La storia risale alla fine del 2019. Un periodo abominevole con aggressioni quotidiane sia fisiche che verbali. Al culmine delle quali arriva l’obbligo di tatuarsi il suo nome “Andrea” sul sopracciglio destro, come segno di appartenenza.

Una storia balorda nata su Facebook

Una storia balorda, nata su Facebook. Poi dopo poco tempo inizia la diabolica convivenza. Ogni giorno, tra le mura di casa, si trovava a vivere fra violenze e torture. L’uomo rivolgeva nei confronti suoi e della sua famiglia minacce di morte. La costringeva a leggere forzatamente i testi della Bibbia o del Vangelo e, in breve tempo, le uscite erano state limitate.

Si arriva al fatidico 3 dicembre del 2019 quando l’imputato decide di portare la sua compagna nello studio di un tatuatore, obbligandola a farsi tatuare il suo nome sul viso.  Oltre alla scritta “Andrea” sul sopracciglio destro, le obbliga di farsi scrivere “Odio tutti” sulla mandibola sinistra. Inoltre le fa disegnare una goccia e tre puntini sullo zigomo destro e una croce su quello sinistro.
Nello stesso giorno, qualche ora dopo, la colpisce con una mannaia, provocandole lesioni da taglio sul costato e una prognosi di tre giorni. Arrivano anche pugni sulla giugulare. Le scaraventa il telefono per terra, rompendolo e conservando soltanto la scheda sim.

Il 9 dicembre, infine, la aggredisce anche davanti alle altre persone, in un bar. Secondo quanto ricostruito dalla Procura le ha urlato contro “Storpia”, colpendola con un pugno sullo zigomo. La sbatte contro una ringhiera. Quindi la trascina fuori spingendola in mezzo alla strada e afferrandola per i capelli, fino a strapparle una ciocca.

Finalmente arrivano i carabinieri. Ma la furia dell’uomo non si placa: “Se mi arrestano uccido la tua famiglia con una pistola e te con un’arma bianca“, ha detto.
Il giorno dopo la porta di nuovo dal tatuatore per far disegnare una linea verticale al centro del mento e una orizzontale, una risata sul tatuaggio “Odio tutti” e la scritta “Ti amo” in prossimità del suo nome, già scritto sopra al sopracciglio, provocando uno “sfregio permanente al viso”.

L’avvocato Vito Alberto Calabrese, difensore del 41enne dichiara: “Aspetterò le motivazioni e poi faremo ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo perché la persona offesa è stata sentita senza dare una minima comunicazione al difensore dell’imputato.”