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Riapertura scuole, l’altra via dell’Europa

La riapertura delle scuole diviene sempre più un caso nel nostro paese, scandito da scontri e prese di posizioni.

Da un lato, il mondo scientifico-sanitario, fatto di virologi ed epidemiologi, che preme sul governo italiano per procrastinare la chiusura degli istituti scolastici, fino a settembre, e richiede la presa di misure cautelari di distanziamento nei luoghi della scuola.

Dall’altro, il mondo dell’istruzione pubblica italiano, capitanato dai sindacati del corpo docente e dei lavoratori socialmente utili, in rotta di collisione con il governo e con la ministra del Miur, Azzolina, dichiarando l’insufficienza dei 70 miliardi di euro per il piano d’investimenti e la precarietà dei contratti ancora vigente.

A ciò si aggiungono le forti critiche per le soluzioni adottate in merito agli esami di stato previsti quest’anno, da parte del mondo docente e di numerose aree dell’emisfero accademico.

Nel frattempo, la posizione italiana sul fronte scolastico, appare la più isolata rispetto alle soluzioni che stanno avallando per la riapertura progressiva i restanti paesi europei.

Infatti, nella maggior parte dei paesi europei, già per maggio si sta avanzando la possibilità di una riapertura, anche graduale degli istituti scolastici, a partire da quelli per l’infanzia.

Nell’area scandinava, la scarsa presenza di contagi da covid e l’efficienza delle misure sanitarie adottate, ha permesso un’immediata riapertura di istituti per l’infanzia, nidi e scuole elementari in Danimarca e Svezia.

In Germania, il governo federale ha stabilito, al di là dei 130mila contagi, la riapertura progressiva per gli istituti scolastici entro il 4 maggio.

Analoga situazione anche per la Francia, pronta a ripartire l’11 maggio, salvo slittamenti sulla riapertura di alcuni giorni.

A far maggior impressione, è la possibile ipotesi di riapertura delle scuole per cui sta lavorando il governo di Madrid.

Sanchez, in procinto di dar il via alla Fase II, nonostante la Spagna ha subito il flagello del Covid parimenti all’Italia, ha discusso sulle problematiche inerenti all’educazione e all’istruzione, avallando come soluzione una riapertura graduale in maggio, laddove la soglia dei contagi è minima, mentre un’apertura definitiva in giugno.

Tematica posta dalla maggior parte dei paesi europei è la frattura recante da una progressiva chiusura tra alunno e mondo dell’istruzione, soprattutto per le realtà delle fasce inferiori. Una riapertura anche progressiva permetterebbe il superamento del trauma e il reintegro ad una normalità al momento sospesa.

 

Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."