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Quaglia-bella.

Come la sua stagione fin qui trionfale, piena zeppa di record personali ed assoluti, come il marchio di fabbrica di gol che solo lui può realizzare, come la sua voglia di rivincita lontano dalle big del nostro campionato che riempiono il portafogli ma svuotano i giorni di gara nei quali meriterebbe di giocare e nei quali devi fare spazio ai pluridecorati e supersponsorizzati. Sentir suonare i suoi trentasei anni come campane e scoprirsi profeti in una patria che è diventata sua a suon di gol, in una città, Genova, che meno di tutte lo fa sentire lontano da casa e che lo ha stimolato, capito, rilanciato. E Quagliarella ha ripagato, preciso e puntuale come il classico giocatore di sangue blu, cioè abbondantemente con giocate strabilianti, assist, gol, senza provare a passare per la cassa e a portare taccuini in dirigenza con la lista delle sue prodezze per battere moneta. Il record che ha eguagliato e che rischia di superare nel prossimo turno è di un certo Gabriel Batistuta, che nella stagione 1993- 1994 segnò per undici gare consecutive nella sua Fiorentina: è un premio alla sua perseveranza, per gli anni di sofferenza nella vita privata che lo hanno prematuramente allontanato dalla sua squadra del cuore, il Napoli, il premio per un terribile infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi di calcio per un anno intero appena arrivato alla Juventus, per gli anni da panchinaro di lusso nei bianconeri, vincenti ma non travolgenti dal punto di vista personale fino all’approdo sulla sponda torinese dei granata che un malinteso (segnò un rigore al San Paolo e chiese scusa al suo vecchio pubblico di Napoli) con i tifosi del “toro” rese poco duraturo con grave danno per il calciatore e la stessa società, che fu costretta a rinunciare ad un “fior-fior” di professionista. Qui dalla sua città, a meno che non segni contro il Napoli ( o con la maglia della Juve…) e soprattutto dopo la riappacificazione con i supporter azzurri, è guardato con affetto perchè da queste parti il talento e i piedi buoni non passeranno mai di moda, riconciliano il buon umore e conquistano le simpatie di tutti; se poi a tutto questo si aggiunge la napoletanità come marchio di fabbrica da esportare con successo allora si spera che “Quaglia” renda ancora più “bella” la sua stagione e renda ancora più orgogliosa la sua città.