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La poesia di Tina Piccolo

Non sempre i libri sono immaginazione, non sempre tutto quello che gli autori inseriscono nelle loro pagine nasce dalla fantasia. Spesso gli scrittori partono da episodi di vita vissuta: momenti felici, tragici o abusi che contaminano le pagine bianche di un nuovo testo. Eppure in Italia sono in aumento le storie commoventi, ma realistiche: la narrazione forte, quella da ‘storia vera’, attrae molti più lettori di quanto si possa immaginare. E la lettura, in prima o in terza persona, smuove il fruitore a tal punto da chiedersi se il protagonista coincida con l’autore stesso e molte volte l’autore, se presente, non sempre riesce a essere del tutto sincero.

Abbiamo intervistato Tina Piccolo, autrice di un testo autobiografico incorniciato in una tela romanzata. Insegnante e sindacalista, è prima di tutto una scrittrice, e nello specifico una poetessa. Nata e vissuta a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, l’autrice è ambasciatrice della poesia italiana nel mondo, insignita dal Presidente della Repubblica con 3 medaglie d’argento del Quirinale ed è la poetessa più premiata d’Europa, con i suoi 2.500 premi di valore nazionale e internazionale. Ha pubblicato 30 libri di poesie e ha curato, per varie case editrici, 500 antologie di autori contemporanei a carattere didattico, tradotte poi in diverse lingue e presentate in più scuole, realizzando in questo modo un sogno serbato nell’animo sin da piccola: trasferire il suo sapere culturale nelle scuole.

Signora Tina, poeti si nasce o si diventa? 

«Già in passato abbiamo discusso dell’argomento durante alcune tavole rotonde. Personalmente sono convinta che con il talento si nasca: se non si ha una predisposizione innata alla scrittura e/o una sensibilità particolare è impossibile diventare un vero poeta. Tuttavia l’inclinazione naturale viene incoraggiata dalle esperienze di vita vissuta che permettono di coltivare nel pratico il talento che ci è stato donato. La stessa cosa vale per un fiore: bello esteticamente ma se non viene annaffiato perde il suo valore e inaridisce. Si tratta di un talento che va curato ma soprattutto amato».

Qual è, tra i suoi libri, quello a cui tiene maggiormente?

«Un libro di cui vado molto fiera è “Il Diario di Alma, con le ali della mia poesia”, un testo che trova il suo fulcro argomentativo nella violenza sulle donne tra le mura domestiche, ancora oggi in tour di presentazione. “Il Diario di Alma” è un volume scritto a quattro mani da me e dall’Avvocato Antonio Masullo il quale ha apportato un contributo legislativo all’intero operato. Il testo nasce da una mia esperienza autobiografica e termina con un finale romanzato. Lo stimolo che mi ha spinta a trattare di questo argomento è stata la mia vita vissuta tra violenze verbali e spesso anche fisiche tra le mura di casa. E’ un libro a cui tengo non solo per la vicinanza argomentativa, ma anche perché unisce la prosa alla poesia, difatti per ogni episodio raccontato c’è una poesia che rispecchia l’episodio stesso».

Ha un progetto nuovo in lavorazione?

«Certamente. È in preparazione un libro dedicato a Napoli, che si intitola “Napoli nel cuore” con la partecipazione del giornalista Giuseppe Nappa. Il libro esprime l’animo partenopeo, le emozioni di un cittadino napoletano visceralmente legato alla sua città: vivere una partita di calcio allo stadio, percorrere i vicoli del centro storico, la ricerca affannata e spesso senza speranza di un lavoro. L’amore spassionato di un napoletano per la sua terra madre sono il nocciolo di base del mio progetto culturale».