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Oblio oncologico: un diritto per i pazienti guariti

Una legge per l’oblio oncologico, è questo il riconoscimento che oltre 900mila persone, oggi, in Italia, chiedono.

Quasi un milione di persone in Italia sono guarite da un tumore, ma per la burocrazia sono ancora malate e rischiano discriminazioni nell’accesso a servizi come l’ottenimento di mutui, la stipula di assicurazioni sulla vita, l’assunzione in un posto di lavoro e l’adozione di un figlio. Sul modello di Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo, Fondazione AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) ha lanciato la prima campagna per il riconoscimento del Diritto all’oblio oncologico, che ha già superato le 40mila firme.

Il 29 marzo, dopo confronti con le associazioni scientifiche e di pazienti, Paola Boldrini, vice presidente della Commissione Sanità in Senato, ha illustrato il disegno di legge sul diritto all’oblio oncologico. Il testo prevede che chi non ha recidive o ricadute della malattia da 10 anni non possa più essere considerato malato. (Cinque anni se la patologia è insorta prima del ventunesimo anno di età).

“L’obiettivo ora è tagliare i tempi parlamentari attraverso quella che si definisce, ‘procedura di esame in deliberante’ da parte delle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, competenti in materia” ha detto la senatrice Paola Boldrini. “Il mio impegno, e quello del ministero della Salute è che questo Ddl possa essere incardinato quanto prima perché si possa avere una legge prima della fine della legislatura” ha aggiunto Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute.

Chi ha avuto una malattia oncologica, oggi si trova a vivere delle difficoltà nell’accesso ad alcuni servizi. Richiedere mutui, prestiti, assicurazioni e adozioni, per un ex paziente significa spesso fare i conti con il passato e con la patologia che si è lasciato alle spalle. Mentre un tempo il tumore era una malattia che dava poche speranze di sopravvivenza, oggi moltissime neoplasie sono curabili, e altre hanno un’aspettativa di vita lunga.

È necessario che il nostro Paese si unisca a quelli che hanno emanato la legge per il diritto all’oblio, garantendo ai suoi cittadini un futuro libero dallo stigma della malattia oncologica. Si tratta di una norma che permetterebbe all’ex paziente di non dichiarare la malattia, pratica oggi obbligatoria per la stipula di molti contratti e la richiesta di alcuni servizi.

Per questa ragione Fondazione AIOM ha realizzato la campagna di comunicazione “Io non sono il mio tumore” con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le Istituzioni, nella speranza di raggiungere al più presto gli altri Paesi virtuosi.

Dora Caccavale
Dora Caccavale
Nata a Napoli (classe 1992). Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II. Autrice del libro "Lettere di Mattia Preti a Don Antonio Ruffo Principe della Scaletta" AliRibelli Editore. Organizzatrice di mostre ed eventi artistici e culturali. La formazione rispecchia il suo amore per l'arte in tutte le sue forme. Oltre alla storia dell'arte ha infatti studiato, fin da bambina, danza e teatro. Attualmente scrive per la testata XXI Secolo.