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L’islamofobia di genere

Dal passato ad oggi, sono sempre state presenti numerose discriminazioni che hanno portato a moltissime lotte per avere maggiori uguaglianze nella società. Abbiamo sempre sentito e letto parole come: omofobia, xenofobia, terminologie che indicano la paura di un individuo verso un qualcosa di diverso riguardante gli aspetti di genere, di società, di religioni e di razza tra gli esseri umani.

Questo articolo ha lo scopo di mostrare, in maniera generica e riassuntiva, gli aspetti dell’islamofobia. Ma cosa significa in realtà questa parola?

L’islamofobia è la paura, l’odio o il pregiudizio nei confronti della religione islamica o dei musulmani in generale, specialmente se vista come una forza geopolitica o fonte primaria del terrorismo. Ma se unissimo il sostantivo “islamofobia” con “misoginia”, verrebbe fuori: islamofobia di genere.

L’islamofobia di genere, genericamente, riguarda gli episodi di bigottismo contro le donne musulmane che vengono etichettate a causa della loro fede islamica attraverso la presenza di un foulard o di altri abiti religiosi.

Tuttavia, questo non è limitato soltanto a coloro che indossano l’hijab, l’islamofobia di genere può anche riferirsi a donne definite semplicemente “mediorientali”.

Ci sono molti modi in cui la misogina può manifestarsi contro le donne musulmane. Tali forme di bigottismo non sono limitate alla categoria della violenza fisica ma includono anche pregiudizi presenti nel linguaggio così come l’ignoranza che si manifesta nelle interazioni quotidiane. L’islamofobia di genere si può trovare anche nella cultura pop, nella letteratura e nei film in cui le donne musulmane sono raffigurate come donne represse che hanno un estremo bisogno di un salvatore.

Un comune pregiudizio di questa fobia riguarda la donna musulmana e il suo velo: “le donne che indossano l’hijab vestono modestamente, esponendo solo le mani e il viso di fronte a uomini delle loro famiglie. Le donne musulmane indossano l’hijab solo quando escono di casa perché ciò le identifica musulmane e le permette di distinguerle dalle altre persone di fede diversa”.

Il pregiudizio secondo il quale tutte le donne musulmane indossino l’hijab non è solo falso, ma marca ancora di più l’iniziativa di mostrare un lato diverso e alterato della società e cultura islamica. Molte delle donne, oggi, non portano il velo.

Gli islamofobi considerano le donne musulmane come esseri umani senza voce interiore e allo stesso tempo impotenti, nonostante l’alta presenza di donne musulmane che arricchiscono la società lavorando nei campi della medicina, della scienza, dei media, dell’istruzione, della moda e molto altro ancora.

Molte di queste donne musulmane sono attiviste, si organizzano in vere e proprie battaglie per i diritti nella società, hanno creato centinaia di organizzazioni non governative per la lotta all’uguaglianza di genere.

Un altro preconcetto islamofobo più comune è che l’islam sia l’unica religione organizzata e basata sul patriarcato che ha quasi eliminato la dimensione femminile. Che si tratti di cristianesimo, ebraismo, induismo o qualsiasi altro culto, ogni religione dalle proprie radici ha sempre affrontato questioni riguardanti l’autonomia e le limitazioni delle donne nella società.

 

 

Vittorio Dezio
Vittorio Dezio
Laureato in laurea triennale in lingue inglese e giapponese. Attualmente studente di laurea specialistica in Storia e civiltà giapponese. Sono un folle amante della letteratura e dei libri. Amo le lingue, in particolare quella del Giappone.