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Le reliquie di santo Stefano, un intreccio tra storia e mito

Il 3 agosto è la data associata al rinvenimento delle reliquie di santo Stefano. Secondo la famosa lettera scritta dal prete Luciano, nel 415, gli ebrei lasciarono il corpo del santo alla mercé delle belve, ma per volere divino nessun animale lo toccò.

La storia delle reliquie di santo Stefano

Il rabbino Gamaliele, che aveva a cuore i discepoli di Cristo, convinse i cristiani ad interrare santo Stefano in un luogo ubicato nei pressi di Gerusalemme, chiamato Caphargamala. I cristiani osservarono le indicazioni di Gamaliele e seppellirono il santo dopo aver compiuto diversi riti funebri.

Le reliquie del santo restarono in questo luogo per circa 400 anni, questo dato non deve sorprendere; il culto dei martiri cominciò nel II secolo e si diffuse dopo il IV, dopo l’ottenimento della libertà religiosa. Inoltre, Gerusalemme fu rasa al suolo prima nel 70, per mano di Tito, e successivamente nel 135 per volere dell’imperatore Adriano, quindi la memoria di Stefano si perse a causa di questi eventi.

Il ritrovamento del santo, tra storia e leggenda

Secondo la leggenda nel 415 Luciano, prete del villaggio di Caphargamala, dopo aver avuto diverse visioni in sogno, individuò il luogo dove giaceva il santo. Luciano descrisse il rinvenimento in una lettera.

Subito dopo il rinvenimento, le reliquie furono spostate a Gerusalemme, per volere del vescovo Giovanni, il 26 dicembre 415. Durante il viaggio, una pioggia incessante pose fine alla siccità che aveva colpito quelle terre.

Il corpo di santo Stefano fu custodito nella chiesa del Monte Sion fino al 14 giugno del 460; in seguito fu trasportato in una basilica fatta costruire proprio per conservarne le reliquie dall’imperatrice Eudossia, consorte di Teodosio II.

Le reliquie e i miracoli ad esse associati

Successivamente, dopo il ritrovamento delle spoglie, furono inviate in svariate parti del mondo, in tali località si osservarono miracoli incredibili. Tali eventi contribuirono all’aumento dei luoghi di culto del santo.

Le reliquie furono inviate anche in molte chiese dell’Africa del nord. Anche sant’Agostino, nonostante l’indole prudente, convinto dai miracoli, sostenne la diffusione del culto di santo Stefano, con i suoi famosi discorsi; nella sua opera “La Città di Dio” riporta i miracoli più rilevanti verificatisi nei santuari dedicati al santo, compreso quello consacrato da lui stesso ad Ippona.

Secondo una tradizione, in seguito il corpo di Stefano fu spostato a Costantinopoli, e da qui fu traslato a Roma alla fine del sec. VI, nella Basilica di san Lorenzo fuori le mura.

Il ritrovamento delle reliquie di santo Stefano, una storia ricca, dove la memoria incontra la leggenda, dando vita ad una tradizione che giunge sino ai giorni nostri.