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Incendio al Maschio Angioino di Napoli

Incendio al Maschio Angioino di Napoli, non si esclude nessuna pista, anche se al momento sono ancora in corso le indagini da parte degli inquirenti.
Secondo le prime indiscrezioni si tratterebbe di un rogo di origine dolosa, 
la matrice è ancora da accertare.

Il rogo è stato appiccato la scorsa notte in un locale del Maschio Angioino che funge da deposito per documenti e libri di vecchia data. Per fortuna, i documenti bruciati sembra non fossero particolarmente importanti. 

L’allarme è scattato intorno alle 2.30; sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, del Centro Storico, con polizia locale, carabinieri e polizia di Stato che hanno avviato le indagini.
Le fiamme sono state completamente spente intorno alle ore 4.30, dopo circa due ore dall’ allarme.

 Intanto il Comune procede le attività per accertare la stima dei danni.

Ricordiamo che la struttura non dispone di un custode, in pensione da qualche tempo e quindi i pompieri, una volta giunti sul posto hanno dovuto forzare un cancello per entrare all’interno. Assente ogni sistema di allarme e di video-sorveglianza, che da quanto si è appreso non sarebbero mai stati collaudati.

Per ora nessuna rivendicazione, ma in un ufficio di Palazzo Reale è stato ritrovato un biglietto con la scritta rossa “Lupin Angioino”, che appare difficilmente riconducibile alle polemiche sul caso Cospito.

Fortunatamente il rogo non ha coinvolto altre aree del Maschio Angioino, uno dei principali simboli storici e culturali della città. Solo un piccolo cestino della spazzatura è stato avvolto dalle fiamme, nei vicini giardini del Palazzo reale, ma il rogo è stato subito spento.

Attualmente vige il massimo riserbo sulla matrice dell’incendio divampato la scorsa notte. Si indaga per capire chi si nasconda dietro a tale gesto, ma non trapela nessuna informazione.

Il deposito, nella Torre dell’Oro, dove è stato appiccato l’incendio, è sotto sequestro e ovviamente interdetto al pubblico.