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Atteggiamento oppositivo-provocatorio o DOP?: differenze

I bambini spesso hanno un atteggiamento oppositivo-provocatorio, ovvero sono in sfida e ribellione costante nei confronti dell’adulto.

Essi hanno un atteggiamento oppositivo – provocatorio in particolare nei confronti di una delle due figure genitoriali o entrambe e anche verso gli insegnanti.

Tuttavia, è doveroso fare una precisazione: alcune volte i bambini possono avere solo un atteggiamento di questo tipo, altre volte si tratta di un vero e proprio disturbo definito DOP.

Quindi, come si fa a capire se si tratti di semplice atteggiamento o un vero e proprio disturbo?

A tal proposito, è opportuno analizzare quattro aree:

  • frequenza,
  • contesto,
  • dirompenza
  • durata.

Pertanto, considerando la frequenza nella giornata, l’atteggiamento è sporadico e intermittente.

Invece, il DOP è molto frequente e duraturo.

Mentre, se si analizza il contesto, si parla di atteggiamento quando si verifica solo in determinati contesti e relazioni; si definisce DOP quando è pervasivo in ogni contesto e relazione.

Poi, quando la dirompenza è ben contenibile con il corretto approccio educativo si ha l’atteggiamento, invece se è difficilmente contenibile in quanto il ragazzo è un muro impenetrabile si ha il DOP.

Infine, analizzando la durata, possiamo dire che si parla di atteggiamento quando si manifesta per un periodo inferiore ai sei mesi.

Invece, quando si manifesta per un periodo superiore ai sei mesi si parla di DOP.

Dunque, il DOP è senza dubbio il disturbo del comportamento più complesso da gestire.

Infatti, i bambini che hanno questo disturbo presentano:

  • violenza,
  • aggressività,
  • prevaricazione,
  • mancanza di perseveranza,
  • ostinazione,
  • scarsa risposta alle sanzioni,
  • scarso timore dell’adulto,
  • riduzione della paura,
  • bassa tolleranza alla frustrazione,
  • insofferenza alle regole,
  • provocazione,
  • ostilità
  • irritabilità.

Spesso si tende a confondere i bambini esplosivi con quelli oppositivo-provocatori.

A tal proposito, occorre ricordare che i primi sono schiavi della propria rabbia, mentre i secondi sono nascosti dietro un muro di odio.