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Napoli, l’accoltellatore di Marechiaro omaggiato sui social

“Che tu possa avere, sempre, il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle” questa la citazione dal film “Blow” usata per rendere omaggio il ragazzo che nei giorni scorsi ha accoltellato un suo coetaneo a Marechiaro.

Lo scorso fine settimana due gruppi di ragazzi sono venuti alle mani mentre si trovavano a mare quando uno dei ragazzi aveva riconosciuto nell’altro gruppo un coetaneo che negli scorsi mesi lo aveva insultato su Instagram e TikTok. Nella rissa scaturitasi uno dei ragazzi ha impugnato un coltello ferendo un rivale. Il giovane, 16enne figlio di un affiliato del clan Lo Russo condannato all’ergastolo, ora si trova in carcere con l’accusa di tentato omicidio.

Accoltellatore Marechiaro omaggiato sui social, le parole di Borrelli

Dopo il grave episodio alcuni utenti hanno creato un video celebrativo pubblicato su TikTok. Il filmato è stato segnalato al consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli che ha commentato l’accaduto in lungo post sui social:

Non è la prima volta che si solidarizza con i carnefici, con i violenti, con i delinquenti. Purtroppo siamo convinti che non sarà neanche l’ultima volta se si continua a far finta di niente. Napoli è diventata una città violentissima, è tra le città italiane con il maggior numero di crimini ed episodi di violenza tra i giovani. Il fenomeno può essere spiegato in parte con la propaganda criminale e l’esaltazione della violenza che continua ad essere portata avanti sui social, come vediamo anche in questo caso, ed in parte con la ‘cultura della giustificazione’. Da troppi decenni simili episodi, come quello di Marechiaro, sono stati derubricati a ragazzate, a bravate e i risultati di questa mentalità sono sotto gli occhi di tutti: violenza in ogni angolo. Bisogna fare un’inversione a U e cambiare completamente modo di ragionare e di fare: i violenti, siano essi anche minorenni, vanno puniti in maniera esemplare. Serve una riforma culturale, giuridica e penale. Quando poi i ragazzi appartengono a famiglie legate alla criminalità organizzata, non c’è altra soluzione che allontanarli da quegli ambienti per poter così garantire loro un futuro migliore basato su valori solidi”.