C’è stato un tempo in cui comunicare non era così semplice; era il tempo di un Italia al telefono, fatto di attese, di “signorina mi passi il numero”, di parole non dette per paura di essere ascoltati e di chiamate non riuscite.
Il 31 ottobre 1970 le cose però fanno un passo, per i nativi digitali piccolissimo, ma per chi c’era allora importantissimo.
Tutta l’Italia, infatti, in questa data viene collegata in teleselezione, che permette a ciascun utente di comporre direttamente un qualsiasi numero nazionale anteponendo un prefisso.
Un Italia al telefono : ma cosa cambiò nel 1970
Quella del 1970 è una data che rappresenta una svolta nel campo della telefonia perché prima dell’entrata in vigore della teleselezione, l’utente che intendeva parlare con un abbonato di un diverso distretto telefonico doveva passare dal centralino. In pratica bisognava digitare il numero 14 per le chiamate nazionali e il 15 per l’estero, a questo punto rispondeva di una signora o signorina rigorosamente in divisa, grembiule blu scuro e colletto bianco, che annotava il numero da chiamare e metteva poi in collegamento i due abbonati.
Per i più temerari o i più benestanti l, pagando il doppio, si poteva chiedere l’urgenza. C’era anche una terza levetta per l’ascolto della telefonata, nel caso si interrompesse la linea, come ogni tanto capitava. Le centraliniste, che contemporaneamente agivano su più linee, erano comunque tenute al segreto per quanto potevano avere sentito.
Il programma per la teleselezione, avviato gradualmente verso la fine degli anni ’50, riprende slancio dopo il 1964 e in Italia fu un vero e proprio successo tecnologico e organizzativo.
Puan piano nascono anche i primi abbonamenti per risparmiare e gli italiani ringraziano.
Siamo ben lontani dal 5g e dai pacchetti all inclusive di oggi, ma la storia è fatta anche di piccole cose.
E poi quanta poesia nell’attesa di un telefono che squilla, di una chiamata rubata, di appuntamento sospeso.