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Yara Gambirasio, respinta richiesta di Bossetti sul DNA: “I miei diritti violati”

Proprio nel giorno della memoria, che ricorre oggi, 27 gennaio, il tema dei diritti è onnipresente. Un argomento importante, che trova riscontro negli ultimi aggiornamenti del caso di Yara Gambirasio. Infatti, arriva il nuovo no da parte dei giudici alla nuova istanza avanzata da Massimo Bossetti, il muratore di Mapello ( in provincia di Bergamo) in carcere dal giugno 2014 e condannato all’ergastolo per l’omicidio della di Yara.

La Corte d’Assise di Bergamo ha infatti definito inaccettabile la richiesta di conoscere lo stato e il luogo di conservazione dei campioni di Dna confiscati; dopo l’annullamento con rinvio, stabilito dalla Cassazione il 26 luglio 2021, in relazione alla richiesta degli avvocati di Massimo Bossetti.

Ma non è la prima volta che un’istanza di Bossetti viene respinta. Infatti, i giudici si erano già opposti alla sua richiesta di accedere e analizzare i campioni in questione. Ne hanno parlato gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, nel corso del programma Iceberg di Telelombardia, in onda stasera, che ha diffuso un’anticipazione.

La lettera di Bossetti: “I miei diritti violati e ignorati”

Nello specifico, l’avvocato Salvagni ha dichiarato: “La Corte di Bergamo probabilmente pensa di essere superiore alla Corte di Cassazione, se i principi di questa sono disattesi. Se pensano che la difesa abbandoni per stanchezza si sbagliano di grosso. Stiamo già lavorando al quinto ricorso. Per noi è fondamentale conoscere questo stato di conservazione; perché come è noto affinché si possano fare delle analisi sul dna occorre che questo sia stato conservato a temperatura costante e sotto lo zero cosi com’era custodito al San Raffalele di Milano prima della confisca”. “Sono confinato trattenuto dentro a queste mura che ogni giorno mi stanno sempre più strette; continuo nel vedermi la dignità disconosciuta, disprezzata, calpestata e i miei diritti fondamentalmente ignorati e violati”, scrive Bossetti in una lettera.