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Waldemaro Bartolozzi, il ciclismo come passione di vita

Dopo Diego Armando Maradona e Paolo Rossi, questo finale di 2020 ci porta via un altro sportivo. Si tratta di Waldemaro Bartolozzi, icona del ciclismo, che ci ha lasciato ieri all’età di 93 anni. Il decesso è avvenuto all’ospedale di Versilia, a Lido di Camaiore. I funerali si terranno domani nel fiorentino, dove egli era originario.

Waldemaro Bartolozzi: una vita dedicata al ciclismo

Waldemaro Bartolozzi è stato ciclista a livello competitivo dal 1949 al 1961. Ha militato in diverse squadre di club come Bartali, Atala-Pirelli, Legnano, Allegro, Ignis e Fides, ottenendo importanti vittorie. Probabilmente visse il miglior momento della sua carriera nel 1959, quando vinse al Giro della Provincia di Reggio Calabria.

Tra gli altri titoli annoveriamo 2 campionati italiani indipendenti, 2 trofei dell’U.V.I. e si classificò sul podio al Gran Premio Industri e Commercio di Prato, al Trofeo Matteotti e al Giro delle Alpi Apuane.

Dopo il 1961, Bartolozzi intraprese la carriera da allenatore e dirigente sportivo, durata oltre 30 anni. Ha guidato importanti squadre come Filotex, Sanson, Sammontana e fatto crescere illustri campioni come Franco Bitossi, Francesco Moser e Moreno Argentin, che lo ricordano con particolare affetto.

Era un personaggio apprezzato da tutti per le sue capacità professionali, per la sua intelligenza e per il modo di porsi, sempre serio e rispettoso. L’ultimo premio conseguito risale allo scorso anno, in occasione della festa “Coraggio e Avanti”, al monastero di Santa Lucia alla Castellina.

Proprio una decina di giorni fa, Bartolozzi, in seguito ad una brutta caduta, ha riportato la frattura della clavicola. Ieri è stato nuovamente condotto in ospedale dove ha esalato l’ultimo respiro. La notizia ha colpito tutti gli sportivi, soprattutto quelli legati al mondo del ciclismo, che hanno fatto sentire la propria tristezza e vicinanza alla famiglia attraverso dei messaggi di cordoglio sui social.

La redazione del XXI Secolo si associa al dolore per la morte di Bartolozzi, un altro eroe nazionale che ci lascia da vincente.