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Virus: scopriamo l’entità che ci tiene in pugno

Oggi un virus è stato in grado di mettere in ginocchio l’intero sistema mondiale. Il Covid-19, grazie alla sua alta infettività, è stato in grado di diffondersi velocemente delineando un forte momento di tensione nella sanità mondiale, nonché la morte di una grossa percentuale di infetti.

Virus, dal latino vīrus, -i, “veleno” entità biologica presentante le caratteristiche di parassita obbligato in quanto si replica esclusivamente all’interno delle cellule di altri organismi, un virus può infettare tutti i tipi di forme di vita. Questa è la più generale definizione di cosa sia un virus, ma quanti di noi sanno davvero cosa sia? Quanti di noi conoscono la storia della sua scoperta?

In primis bisogna ricordare da cosa derivi lo stesso vocabolo vīrus, termine latino molto particolare. Esso è un sostantivo neutro appartenente alla II declinazione, considerato irregolare a causa della terminazione in -us nei tre casi diretti, la declinazione dei casi obliqui si effettua per mezzo dell’utilizzo del sinonimo venēnum. Il lemma risulta appartenere alla classe dei singularia tantum, manca cioè della forma plurale.

A cosa serve questa digressione etimologica?

Semplice, a comprendere qualcosa in più riguardo l’utilizzo del termine nel mondo moderno.

La sola presenza del singolare si mantiene, trasformandosi però in una difficoltà nella resa al plurale, le attestazioni al riguardo sono infatti molte e varie. Lwoff, Horne e Tournier, si avvalgono della forma vira, gli anglofoni tendono ad utilizzare la forma errata virii, derivante da vīriī,errato poiché presupponendo l’esistenza del termine vīrius, ne ricondurrebbe la flessione a quella di termini analoghi strutturalmente, vedasi radius, radiī, in ambito informatica, mentre in ambito generale viene utilizzata la normale metodologia di costruzione del plurale inglese, dando vita al termine viruses. Altro plurale attestato spesso nel parlato è vīrī, derivante dalla flessione di vir, che in latino significa uomo, per analogia strutturale, che al plurale è reso per mezzo della forma vĭrī.

Oggi è attestato anche il termine “virione – virioni“, nato nel 1959 in Francia, “virion“, che nella lingua italiana vede la propria prima attestazione nel 1983. Esso si riferisce a una singola particella virale stabile, pienamente in grado di infettare altre cellule.

Le prime formazioni virali a essere osservate dall’uomo sono state quelle del mosaico del tabacco nel 1892, grazie allo scienziato Dmitrij Iosifovič Ivanovskij. Egli inizialmente denominò queste particelle come “virus filtrabili” data la loro capacità di attraversare dei particolari filtri in grado di trattenere batteri. Essi erano costituiti da filtri ceramici a porosità micrometrica, avendo però la capacità di essere bloccati da ultrafiltri.

La differenza dei virus dalle semplici tossine è proprio questa.

La definizione effettiva dei virus giunge soltanto nel 1898 da parte del botanico olandese Martinus Willem Beijerinck che dimostrò come il mosaico del tabacco fosse causato da un agente infettivo di dimensioni molto più ridotte se paragonate a quelle di un batterio.

La definizione di virus passa quindi dalle mani di Ivanovsky giungendo fino a quelle di Beijerinck, i quali rivoluzionarono la biologia, nonché la medicina, a partire dal XX secolo. È proprio da questo secolo in poi che inizia la scoperta e l’analisi di suddette entità, nonché la descrizione degli stessi.

virusSono circa 5 000 le specie di virus descritte nel dettaglio, anche se si pensa che ne esistano milioni di tipi diversi, essendo presenti in quasi tutti gli ecosistemi della Terra. Essi rappresentano l’entità biologica più abbondante in assoluto.

Con lo sviluppo delle discipline scientifiche e con il progredire della tecnologia, è nato un particolare ambito di studio, quello della virologia, specialità della microbiologia, che si occupa dello studio e della catalogazione delle varie entità virali.

Rintracciare le origini dei virus nella storia naturale è particolarmente difficoltoso, tanto che ancora oggi esse non sono affatto chiare.

Molti di essi hanno la capacità di evolversi, importante mezzo che ne aumenta la diversità genetica, nonché la difficoltà di sconfitta degli stessi.

I virus sono privi di strutture cellulari e metabolismo, ma a causa della loro capacità di riproduzione e la loro peculiarità di possedere materiale genetico, sono definiti come “organismi ai margini della vita”.

La trasmissione virale, nonché lo sviluppo, avviene in molti modi, essa si differenzia a seconda degli organismi ospite e dei vettori. Le entità virali che attaccano in genere le piante si trasmettono per mezzo di insetti che si nutrono della loro linfa, negli animali il vettore più comune è quello degli insetti succhiatori di sangue.

Mentre i comuni virus influenzali comuni si diffondono grazie alle particelle salivari diffuse per mezzo di emissioni fisiche, norovirus e rotavirus, causanti gastroenterite virale, sono trasmessi per via oro-fecale. Essi si diffondono da un individuo all’altro attraverso il contatto, infettando un altro individuo grazie al contatto con cibo e bevande.

Uno dei virus più conosciuti è quello dell’HIV, trasmesso attraverso il contatto sessuale oppure grazie all’esposizione a fluidi corporei infetti.

La gamma di cellule in grado di essere infettate da un virus si chiama “ospite”, l’individuazione di questi ultimi aiuta a catalogare le entità virali. Alcuni virus sono in grado di infettare infatti solo pochissimi ospiti, altri invece sono in grado di infettarne molti.

Le infezioni virali negli animali provocano una risposta immunitaria che solitamente elimina è in grado di neutralizzare il virus infettante.

Le risposte immunitarie possono essere prodotte, o stimolate, anche da vaccini, in grado di garantire un’immunità artificialmente acquisita per l’infezione specifica, tuttavia esistono virus, compresi quelli dell’AIDS e dell’epatite virale, i quali sono in grado di eludere le risposte immunitarie provocando infezioni croniche.

Gli antibiotici non hanno alcun effetto sui virus, ma sono stati sviluppati diversi farmaci antivirali.

Conoscere il proprio nemico è importante, soprattutto in un periodo particolarmente delicato come quello moderno.

Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II