A Torino i vigneti piemontesi di Langhe-Roero e Monferrato sono a un passo dalla World Heritage List e la loro candidatura aspetta solo una conferma definitiva da parte dell’Icomos che si pronuncerà dando il suo verdetto finale tra la fine di aprile e gli inizi di giugno.
L’Istituto Tecnico che valuta le proposte di candidature dell’Unesco ha condotto un’ispezione nei vigneti torinesi lo scorso settembre, esprimendo un parere positivo; molto soddisfatti sono il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, e l’assessore al Paesaggio, Giovanna Quaglia.
Famosi in tutto il mondo i vigneti piemontesi di Langhe-Roero e Monferrato, offrono ormai dal 1908 vini pregiati e apprezzati per la loro eccelsa qualità. Basti nominare il Barolo o il Barbaresco, i più celebri, ma anche il Roero o il Dogliani, il Dolcetto di Diano d’Alba o il Verduno Pelaverga, il corposo Barbera o il famoso Nebbiolo d’Alba Doc, e tanti altri ancora.

Già all’inizio del secolo i vinificatori del Barolo e del Barbaresco sentirono l’esigenza di riunirsi per tutelare le loro produzioni: solo nel 1924 però il Parlamento promulgò una legge sui vini tipici, stabilendo che codesti vini dovevano rispettare delle caratteristiche costanti per essere approvate quindi dagli statuti del Consorzio.
Infatti lo spirito consortile del Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero affonda le radici in antiche tradizioni che designano l’identità territoriale, la quale si basa essenzialmente su un patrimonio storico che sfida la modernità globale e cerca orgogliosamente di tenersi al passo coi tempi, valorizzando i vini nel contesto del XXI secolo.

Le Aziende vinicole riuniscono al loro interno viticoltori, vinificatori, imbottigliatori e produttori che lavorano incessantemente per offrire al pubblico i vini più buoni del mondo, secondi solo ai vini francesi. La presenza di così tanti produttori, tra cui anche donne, giovani e stranieri, getta luce su quanto sia invitante la vita lungo questi splendidi pendii naturali. L’eterogeneità della forza lavoro operante in questi vigneti testimonia diversità nelle tecniche della coltivazione della vite, rispetto per i processi di fermentazione e ribollitura dell’uva, creatività nell’approccio al mercato e precisione nell’organizzazione interna delle aziende che curano lo sviluppo futuro della produzione, guidando ogni singola scelta in modo dettagliato: dalla bottiglia, al tappo, all’etichetta.