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Via libera alla privatizzazione di Poste ed Enav

E’ terminato nel primo pomeriggio la riunione del Consiglio dei ministri, dopo un’ora e venti, con all’ordine del giorno i due decreti con i “criteri di privatizzazione e le modalità di alienazione della partecipazione” detenuti dal Tesoro nel capitale di Poste Italiane e Enav.

Durante la riunione il Consiglio dei ministri ha approvato definitivamente i decreti del presidente del Consiglio per la privatizzazione di Poste Italiane e Enav e ha dato il via libera alla fase iniziale. Il governo, su indicazione del premier Matteo Renzi; e del ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, ha deciso di mettere sul mercato una quota non superiore al 40% delle Poste e 49% dell’Enav. In entrambi i casi la maggioranza resterà in mano al Ministero dell’Economia, la cessione invece potrà avvenire anche in più fasi e  si dovrà realizzare attraverso un’offerta pubblica di vendita rivolta al pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti del Gruppo Poste Italiane e/o a investitori istituzionali italiani e internazionali non escludendo di affidare il pacchetto a un privato attraverso un’asta competitiva. Al fine di favorire la partecipazione all’offerta, potranno essere previste per i dipendenti del gruppo Poste italiane forme di incentivazione, attraverso bonus o modalità di finanziamento, tenendo conto anche della prassi di mercato e delle precedenti operazioni di privatizzazione. Lo stesso verrà previsto anche per i dipendenti di Enav.

Secondo quanto emerge dalla bozza del Piano Nazionale delle Riforme, allegata al Def, i proventi derivanti dalle privatizzazioni ammonteranno a circa 12 miliardi nel 2014. Gli introiti saranno utilizzati per ridurre il debito pubblico. E tra il 2015, 2016 e 2017 i ricavi saranno di circa 10-12 miliardi annui, pari a circa lo 0,7% del Pil. Infatti secondo il ministro Padoan la discesa del rapporto debito Pil inizierà a vedersi presto e accelererà via via che la crescita prenderà forza, sostenere la crescita è il modo migliore per abbattere il debito.

Oltre alle privatizzazioni, il Consiglio dei ministri ha ratificato una serie di nomine di funzionari di peso: alle Finanze è confermata Fabrizia Lapecorella come direttore generale delle Finanze, mentre per Giuseppe Peleggi è stata avviata la procedura per la conferma nell’incarico di direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Inoltre, sempre al Mef, è stato nominato Luigi Ferrara, dirigente di prima fascia dei ruoli della presidenza del consiglio dei ministri, con l’incarico di capo del Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi. Vincenzo La Via è confermato direttore generale del Tesoro.